Pop history #10 – Antonello Venditti

di Marco Chelo
Pop history #10 - Antonello Venditti

Il cantautorato italiano è ricco di arte pura, nomi che hanno fatto la storia.

Sicuramente tra questi c’è Antonello Venditti, da oltre 50 anni sulla cresta dell’onda, simbolo indiscusso della musica romana, un vero e proprio menestrello che ha raccontato storie di amore, di donne, sulla sua amata Roma, canzoni che parlano alla gioventù e raccontano della gioventù, come “Giulio Cesare” in onore del Liceo Classico frequentato da ragazzo a cui è sempre rimasto profondamente legato.

Testi ormai divenuti pietre miliari della musica pop italiana attraverso suoni inconfondibili, soprattutto quelli da fine anni ’70 sino ai Fab ’80, il periodo folk dei “quattro ragazzi con la chitarra e il pianoforte sulla spalla” ossia insieme a De Gregori, Giorgio Lo Cascio ed Ernesto Bassignano.

Tanto si conosce di Lui, dalle sue origini, il suo amore per Roma e per la Roma, ma lo sapevi che l’8 marzo del 2019 durante la cena organizzata per festeggiare il suo 70°compleanno Venditti ha rischiato di morire?

Ieri sera stavo per morire: un pezzo di carne non scendeva giù e il nostro maestro delle luci Max Tommasino mi ha salvato con la manovra di Heimlich. Ora ho dolore al costato ma sono felice di essere qui con voi. Imparate quella manovra può salvare delle vite

Queste sono le parole che ha rivolto la sera successiva alle migliaia di suoi fan accorsi ad un suo concerto all’Eur.

Un consiglio che aiuta a far riflettere tutta la società sull’ importanza di essere formati ed addestrati al Primo Soccorso ed al BLSD, un’esortazione ad imparare tecniche che forse non ci serviranno mai ma che ci permettono di essere pronti ad intervenire in ogni momento della nostra quotidianità.

Per questo oggi ritengo che abbiamo bisogno di inserire in un piano di studi strutturato la sicurezza sul lavoro già alle c.d. superiori, all’interno della fascia dell’obbligo scolastico.

Una azione necessaria che rivolgo ai decisori legislativi per non lasciarla al sentimento ed alla sola sensibilità del dirigente scolastico o dell’ insegnante di turno, magari neanche di ruolo ma in sostituzione per pochi mesi.

Non significa svolgere lezioni a 16enni considerandoli dei novelli giuslavoristi, ma iniziare con loro un percorso culturale fatto anche di questi corsi importantissimi attraverso una comunicazione differente perché dopo un obbligo normativo, la formazione diventa lo strumento che se sviluppato nella gusta maniera, crea passione, curiosità e desiderio di miglioramento. In questo contesto l’opera  del formatore si inserisce e risulta quanto mai importante, si tratta solo di migrare concetti e valori in età adolescenziali per avere una flotta pronta al loro ingresso adulto nella società e nel mondo del lavoro.

Ma significa anche far sì che gli adulti si prendano realmente a cuore la responsabilità nei confronti dei nostri ragazzi.

Chi di noi non ha avuto una passione che si è sviluppata grazie ad un/una insegnante di una determinata materia il cui ricordo custodiamo nella memoria e nel cuore?

E quanti invece hanno rigettato altre materie, sicuramente in primis per colpa nostra nella attitudine allo studio, ma forse perché chi insegnava non trasmetteva quella passione?

Avere attenzione ai giovani significa costruire le basi del futuro, il loro futuro.

Un pensiero che ognuno di noi come genitore ha quando ad ogni giugno la radio passa “Notte prima degli esami” , in questa canzone troviamo le sfide più importanti che dobbiamo affrontare, e se la loro sicurezza futura è ciò che ci preoccupa maggiormente, il nostro dovere etico e morale deve essere insegnargliela e far sì che venga rispettata.

Ogni persona  merita di custodire nel proprio cuore crescendo il ricordo del proprio Giulio Cesare.

Dedicato a Giuliano, a sua mamma Antonella e a suo papà Enzo.

 

 

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