La depauperata arte in questi giorni piange la perdita di grandi simboli come Eddie Van Halen, Sean Connery e Gigi Proietti che si aggiungono ad un già triste necrologio con nomi del calibro di Ennio Morricone, Joel Schumacher, Carlos Ruiz Zafon, Ezio Bosso e l’immenso Little Richard.
In questo anno funesto l’arte non si impoverisce solo di grandi persone che l’hanno nobilitata, ma assiste allo scempio di teatri e sale cinema vuoti, l’assenza di concerti e la difficoltà nel frequentare gallerie e musei.
Non è su questo editoriale che tratterò della giustezza di certe regole perché della guerra dei commenti e dei punti di vista non voglio essere alfiere. La situazione che viviamo, però, mi conduce ad una riflessione: cosa sarebbe la nostra vita senza arte?
L’arte in ogni sua forma è la più nobile delle forme di comunicazione, capace di rendere eterno un messaggio, ma soprattutto è il mezzo con cui viviamo emozioni entrando in contatto con noi stessi. È ciò che ci succede mentre Slash interpreta The Godfather con la sua Gibson Les Paul, oppure quando restiamo incantati di fronte alla maestosa architettura della Sagrada Familia di Barcellona, così come quando ci isoliamo in un mondo a sé durante la lettura di un romanzo. Qualunque espressione artistica comunica con la nostra parte più intima, emozionandoci, commuovendoci, entusiasmandoci.
Quando sui social ho scovato l’ultima opera di Blub L’arte sa nuotare è proprio questo che mi ha suscitato, una grande emozione.
Blub è uno di quegli artisti che mette a disposizione l’arte a chiunque al mondo. Li chiamano street artist perché trasformano le città in musei a cielo aperto e di questo non possiamo che essergli grati. Una cosa che ho imparato da un altro street artist che stimo tantissimo, Clet, è che bisogna andare oltre all’estetica dell’arte e capire il significato che l’artista vuol dare alle sue opere. Documentandomi su Blub ho scoperto che con lui condivido la visione di vedere un mondo migliore popolato da persone migliori, che vuol dire essere migliori nel tuo vivere quotidiano fatto di piccoli gesti, pensieri, azioni. Per dirla in altri termini, tutti possiamo quegli ordinary heroes cantati da Dave Grohl ed i Foo Fighers.
L’arte di Blub si esprime con personaggi noti sommersi in acqua, l’elemento da cui nasce la vita. Quando sei sott’acqua non c’è peso, il tempo si ferma, i pensieri se ne vanno e fluttui in simbiosi con questo elemento, in un’altra dimensione. In questa dimensione sospesa ripropongo i personaggi che con il loro esempio hanno lasciato un segno di grandezza che sopravvive ancora oggi. Senza tempo.
Quando ho visto E.T. che con il suo celeberrimo dito abbassa la mascherina ad un uomo qualunque domandando Chi sei? Ho avuto un sussulto a cui è seguito un lungo momento di riflessione.
È arrivato il momento di svegliarti dal torpore che ti impedisce di riconoscere chi Sei veramente, così recita il commento all’opera pubblicata sul suo profilo instagram.
Ogni artista sa che una volta donata l’opera al mondo, il mondo stesso ne dà un proprio significato. Ho riflettuto, quindi, sul torpore di ognuno di noi, quel torpore cognitivo ed emotivo che ci porta a pensare ed agire mettendo in disparte a volte i nostri valori. Così succede quando le nostre attenzioni sulla salute e sulla sicurezza vengono meno. In questi momenti apatici dovremmo avere un alter ego extra terrestre che, guardandoci dritto negli occhi, ci chiedesse senza nessuna maschera sul volto “chi sei tu veramente? Cosa è più importante nella tua vita?”.
Mettiamo in disparte gli odi, i rancori, gli atteggiamenti superficiali e impariamo ad essere più umani e più profondi. Nessuna presa di posizione, nessun business e nessuna altra priorità valgono più della qualità della nostra vita, della nostra salute e della nostra sicurezza.
Grazie Blub, l’arte sa nuotare.
“You may say I’m dreamer, but I’m not the only one” [John Lennon]
SCORRI LA PAGINA E LASCIA UN COMMENTO.