La stiamo facendo fuori dal vaso

di Stefano Pancari
La stiamo facendo fuori dal vaso

In un’estate torrida, non solo per le temperature, ma anche per i fatti di cronaca gravissimi che intaccano le nostre sicurezze, sono spuntate informazioni spicciole che nient’altro fanno che sminuire il problema ed esasperare il dibattito sempre più becero dei social.

Ecco che, un paio di giorni dopo il brutale evento di Palermo, esce la notizia degli orinatoi con la forma delle celebri hot lips dei Rolling Stones. Corriere della Sera, Repubblica, Ansa e a catena tante altre testate di informazione, si sono interrogate sul fatto che una scelta del genere fomenti il sessismo.

Il primo interrogativo che mi pongo di fronte ad un collegamento del genere, è su quanto stia cadendo in basso l’informazione nel nostro Paese pur di raccimolare qualche click. Il secondo interrogativo è su quanto possa incidere una comunicazione così fatta sulla cultura delle persone.

Al primo riesco a rispondermi facile.

Il giornalismo ben fatto ormai è soffocato da una discarica di informatori che puntano alla visibilità e questo trend è motivato dal fatto che ogni pezzo scritto è pagato pochi spiccioli e vincolato al successo di click generato dal precedente. Il risultato è un depauperamento dell’informazione e, quindi, della cultura delle persone che ad essa attingono.

Questa considerazione apre le porte alla risposta al secondo interrogativo. Banalizzare con notizie da spiaggia un trend grave governato dalla violenza, dalla bestialità, dall’assenza di rispetto che ha l’unica conseguenza di sminuire il problema stesso. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti perché basta leggere i commenti delle persone a certe notizie ed è chiaro come si esasperi un fanatismo ideologico che tutto fa tranne che dare soluzioni al problema.

Se è una soluzione censurare il censurabile, allora mettiamo il bikini alla Venere di Milo così come dovremo coprire i gioielli al Davide di Michelangelo con uno slip preferibilmente non molto aderente. Censuriamo pure le favole come qualche fanatico ha già fatto, così come cospargiamo con un linguaggio politically correct tutto il mondo cinematografico.

La cultura della sicurezza, intesa nel far sentire al sicuro ogni persona, sia essa al lavoro, in un locale per una serata di divertimento o al giardino tra scivoli e altalene, si fonda su un’educazione diffusa a partire dalle mura domestiche alla scuola, dall’informazione dei media alla formazione in Azienda e, soprattutto, con l’esempio su cosa sia umano e su ciò che è disumano, su ciò che ci rende delle grandi persone e ciò che ci riduce a dei grandi pezzi di menta.

Un’ultima cosa. L’opera disprezzante il genere femminile è una creazione di Meike van Schijndel, artista donna olandese, che in riferimento all’orinatoio dichiara:

“Sono affascinata dagli anni Cinquanta e da lì traggo molta ispirazione. Ciò che trovo particolarmente importante nel mio lavoro è che lascia un sorriso sul tuo viso. La giocosità è un elemento importante nel mio lavoro, in senso letterale o figurato”.

 

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