We are the people

di Stefano Pancari
we are the people

Questa settimana, tra le tante cose accadute, ho posato l’attenzione su due avvenimenti importanti. Il primo è stato la pubblicazione della canzone che sarà inno degli Europei di calcio. Il DJ e produttore Martin Garrix ha chiamato per l’impresa due vecchie volpi come Bono e The Edge degli U2 e quel che ne è venuto fuori è straordinario. Il brano, che si chiama We are the people, NOI siamo le persone, sarà sicuramente il tormentone dell’estate e la colonna sonora delle più belle emozioni che ci vedrà danzare (con cautela) al calore della libertà dopo il gelido inverno del lockdown.

We are a million volts in a pool of lights, siamo un milione di volts in una piscina di luce. Questa è la visione di un mondo popolato da persone con un incredibile potenziale capace di illuminare menti e cuori con le loro idee ed i loro comportamenti.

We are the people we’ve been waiting for, siamo le persone che stavamo aspettando. Queste parole sono roboanti quanto un tuono in mezzo al mare. Tutto ciò che sogniamo e che desideriamo possiamo incarnarlo noi stessi. Troppo spesso additiamo l’altro nel giudizio su ciò che avrebbe dovuto essere o fare, ma quando e quanto ci impegniamo noi quotidianamente per essere persone migliori? Quanto nei nostri pensieri e nelle nostre azioni sono tatuati i valori di salute e sicurezza?

Out of the ruins of hate and war – Army of lovers never seen before, fuori dalle rovine dell’odio e della Guerra un esercito di amanti mai visto prima. È l’amore e l’unione che possono farci vincere su tutto combattendo ogni forma di odio e violenza. È questo che in Azienda ci porterà a prenderci cura l’un dell’altro facendoci lasciare il segno con il più nobile degli scopi.

We’ll build it better than we did before, li ricostruiremo meglio di prima. Bono e The Edge prendono a riferimento la tanto amata Dublino e Notre Dame il cui incendio ha aperto una ferita in tutti noi. Possiamo ricostruire dove l’errore umano ha portato violenza e distruzione, possiamo ricostruire ponti, rapporti e una cultura aziendale migliore di quella di prima.

There’s an image of you in my mind – Could be mad but you might just be right, c’è un’immagine di te nella mia mente – Potrebbe essere folle, ma potresti avere ragione. È la speranza che ognuno di noi ha nell’essere umano e tutti confidiamo che l’altro possa essere migliore domani. È la speranza, ma soprattutto l’impegno, di chi ha a cuore la salute e la sicurezza e fa in modo di cambiare le cose in quelle Organizzazioni dove le persone devono essere trattate come tali.

Poco importa se la canzone è stata scritta per un torneo di uno sport che non a tutti è gradito. Una canzone, una volta che è donata al pubblico, viene interpretata secondo il vissuto di ciascuno di noi e sicuramente We are the people si presta ad essere un inno anche per una Safer Life.

 

we are the people

Mi sarebbe piaciuto concludere con questo tono di impegno e speranza l’editoriale di questa settimana, ma la realtà ci dice anche altro. L’editoriale della settimana scorsa è stato una Cassandra di ciò che sta accadendo. Quanto cantato da Bono e decantato da noi in Azienda stride con i missili che incendiano i cieli stellati e stanno distruggendo vite in Medio Oriente. Non esiste alcun missile giusto, non esiste nessuna giustificazione, nemmeno per il silenzio di chi sta sommessamente ad osservare questo scempio quando potrebbe in qualche modo farsi sentire. Chi ha a cuore la sicurezza sa bene quanto conti intervenire. A cosa serve salvare le vite in Azienda se a pochi metri più in là corpi di uomini, donne e bambini vengono fatti a brandelli da un’esplosione? Il senso di sicurezza e di amore per la vita non sono un interruttore che accendiamo in base all’evenienza. Il prossimo giorno della memoria ricordiamoci tutti, ma proprio tutti, che proprio chi ha subito la violenza più inaudita dovrebbe essere il primo a ripudiare ogni forma di violenza. Siamo la gente che stavamo aspettando?

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