L’egocentrismo del Safety Leader

di Stefano Pancari
il safety leader

La cultura della sicurezza. Ne sentiamo parlare e ne parliamo tutti i giorni, ma dobbiamo dare concretezza ad un concetto che rischia di essere troppo impalpabile.
Prendendo atto della classe imprenditoriale e manageriale italiana possiamo constatare che l’attenzione alla salute ed alla sicurezza è ai minimi termini. Per fortuna non vale per tutti, ma sono ancora molti che pensano che la sicurezza sul lavoro sia una risma di carta che mai leggeranno e ore inutili di personale in aula e, quindi, non produttivo. C’è una categoria peggiore: sono coloro che in gessato e cravatta di seta fanno credere che la persona sia al centro del progetto aziendale, ma concretamente relegano l’ufficio del Servizio di Prevenzione e Protezione nel ripostiglio più buio ed umido del loro splendido e ipertecnologico headquarter.

Gli unici che possono cambiare le cose in queste situazioni siamo noi manager HSE ed RSPP. Non dobbiamo peccare di presunzione: le nostre competenze e conoscenze della materia non sono sufficienti a cambiare il corso degli eventi; se non troviamo il modo di essere ascoltati con interesse, continueremo a fare quella noiosa rimpatriata pre natalizia che chiamiamo riunione periodica, giusto per smarcare quell’articolo del Testo Unico che ce la impone.

Se, al contrario, la “persona della sicurezza” avesse i riflettori puntati contro, come una rockstar sul palco, sarebbe tutta un’altra musica. Quando scrivo di rockstar non mi riferisco ad una persona che ha solo doti canore, ma a coloro che fanno la differenza sul palco con la loro personalità. Di contro c’è chi crede che chi agisce attirando l’attenzione su di sé soffra di narcisismo, di egocentrismo e di protagonismo o forse un mix delle tre cose. Il risultato è che quelle persone, schiacciati da una credenza del genere, tornano mesti nel loro ripostiglio facendosi venire la bile perché sono frustrati dal loro insuccesso.

il safety leader

Mi viene in soccorso una “rockstar” delle serie TV, il mitico >Walter White di Breaking Bad. Lo ricordi? Quel basso profilo tipico dell’americano medio, insoddisfatto della vita, con pochi soldi in tasca e che, a causa dell’improvvisa notizia di un tumore ai polmoni e di una manciata di sliding doors, trova sfogo della sua genialità di chimico nel diventare il più grande “cuoco” di metanfetamina nella storia americana.

Sebbene per buona parte delle stagioni il protagonista abbia continuato a giustificare le sue scelte ed il suo operato trovando come unica finalità il benessere della sua famiglia, era chiaro per molti spettatori che quel suo nuovo ruolo nella Società gli dava ben altro. Per sua stessa ammissione emerge che, diventando il miglior produttore di met della storia, finalmente lui si è sentito vivo, si è sentito importante, ha dato un senso alla sua vita che fino a quel giorno lo aveva relegato in un ripostiglio buio ed umido. Ciò non escludeva l’interesse e l’amore per la sua famiglia, ma ne ha definito la coesistenza.

Per fortuna noi, la gente della sicurezza, non produciamo droga su scala industriale, ma se nel proprio ruolo troviamo il modo per dare un senso alla nostra vita, soddisfiamo il nostro bisogno di importanza ed il nostro bisogno di contribuire, quale conseguenza possiamo avere? Mettiamo a tacere gli invidiosi ed il nostro dialogo interno critico perché, come il Sig. White, quel che stiamo facendo non è solo per ego personale, ma siamo consapevoli che quanto più attireremo l’attenzione quanto sarà più probabile trasmettere il nostro messaggio di salute e sicurezza e far scattare la scintilla in qualcuno che ci sta ascoltando.

L’egocentrismo del Safety Leader serve a creare cultura della sicurezza. Per non correre alcun rischio, è importante avere sempre bene a mente il nostro scopo che è quello di allargare a macchia d’olio modi di pensare e comportamenti sani e sicuri.

Non lasceremo milioni di dollari come Walter ha fatto con la moglie Skyler ed i figli Walter Jr e Holly, ma impianteremo dei semi in coloro che ci circondano che, se annaffiati nel tempo, potranno germogliare in nuovi comportamenti sani e sicuri.

Quindi pensa al messaggio che vuoi dare, fai un grosso sospiro e sali su quel palco, ne varrà la pena.

Oggi è il primo giorno del resto della mia vita, ma la domanda è…che vita sarà? (Walter White)

 

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