Safety è curarsi degli altri… a partire dai figli

di Anna Maria Di Palma

Un suggerimento che nell’esperienza professionale mi sento di dare ai genitori che si trovano alle prese con la elaborazione del loro programma di affido condiviso, è quello di prevedere che sempre, ogni anno, i figli possano trascorrere con ciascun genitore o il giorno della Vigilia o il giorno del S. Natale, a prescindere dal periodo di competenza successivo, in modo che ai bambini  e tanto più piccoli sia concesso di condividere il momento dello scambio dei doni e più in generale l’atmosfera della festività, con entrambe le figure genitoriali e con le rispettive famiglie del ramo materno e paterno.

Certo, sempre i bambini hanno coscienza della separazione ma forse i figli potranno apprezzare il fatto di avere condiviso le festività più dolci dell’anno insieme alle figure affettive di maggior riferimento, senza allontanamenti forzati dall’uno o dall’altro genitore.

È chiaro che, se i genitori vivono a molti chilometri di distanza fra loro e magari anche in Stati diversi, non sarà possibile seguire l’alternanza sopra suggerita ad anzi, in questi casi le vacanze possono rappresentare il momento del “ricongiungimento” con il genitore non collocatario, rappresentando le festività invernali una pausa nell’anno scolastico dei ragazzi che consente loro di permanere per più giorni consecutivi presso il genitore che vive lontano e che poco vedono nella restante parte dell’anno.

È importante in ogni caso sapere che i genitori sono sovrani nella loro autonomia negoziale e hanno modo di definire il loro progetto di affidamento condiviso dove le esigenze degli adulti dovrebbero sposarsi con quelle dei bambini nell’ottica di salvaguardare il più possibile una continuità di affetti e di presenze, evitando che insieme alla frattura del nucleo famigliare possa anche conseguirne uno stravolgimento di abitudini e di costumi che enfatizza ulteriormente il senso di perdita e di rottura.

So che può sembrare banale e semplicistico ricordare ai genitori che si trovano a vivere separati che l’amore per i nostri figli e il buon senso sono i fari che devono illuminare continuamente le scelte di vita, orientando ogni intenzione e ogni istanza in funzione dei diritti dei bambini, del loro essere soggetti più deboli ma non per questo meno degni di rispetto.

E allora, se solo gli adulti riuscissero a ricordare di essere stati bambini, anche se un giorno lontano, non esiterebbero a credere che per i loro figli non c’è regalo più grande che poter condividere la magia dell’avvento un po’ con mamma e un po’ con papà, seppure in case separate e magari con nuove famiglie allargate e ricostituite, piuttosto che lontani per forza dall’uno o dall’altro genitore.

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