L’essere umano sa essere umano?

di Stefano Pancari
L'essere umano sa essere umano?

Sono giorni bui per chi dà un valore e un peso alla vita. Da un lato ci impegniamo per migliorare la cultura della sicurezza, dall’altro arriva una notizia come quella di una guerra e la forza di gravità triplica schiacciando la tua anima a terra. L’umanità è offline e al momento pare che ogni tentativo di connessione sia fallimentare, lo schermo del tuo monitor è uno specchio nero in cui si riflette la sagoma del nostro volto. Ci meritiamo di essere chiamati essere umani?

Il mondo della musica si è posto tante volte questo dilemma con risposte sempre pronte a essere smentite. Nel mentre la lancetta del tempo segna giorni, settimane, anni, decadi e nonostante la nostra evoluzione i problemi finiscono per essere sempre gli stessi.

L'essere umano sa essere umano?

Proprio ieri ha spento la sua quarantacinquesima candelina War, il terzo sforzo artistico degli U2, se vogliamo l’acceleratore che li ha spediti verso lo spazio di cui di lì a breve sarebbero stati l’astro più luminoso con l’uscita di The Joshua Tree. Nessuna pietà, batteria sorda, un lamento e la voce di Bono che apre le viscere con I can’t believe the news today. Sunday Bloody Sunday è una delle opere indiscusse del panorama rock mondiale. Ma War non si limita a questo conosciutissimo brano, è un susseguirsi di canzoni e testi di un gruppo di giovani che si pongono l’esistenziale domanda su un mondo violento come quello dell’Irlanda dei loro anni.

Lighting flashes across the sky, East to West do or die, like a thief in the night see the world by candle night, continuano in Seconds prima di far proprio l’urlo di Lech Walesa dal freddo carcere polacco in New Year’s day. Anche in questo caso sullo sfondo ci sono leggi marziali ed essere umani che tutto sembrano tranne che essere umani. Non solo guerre, ma anche battaglie quotidiane che non vengono narrate dalla cronaca nella canzone ribelle Like a song. Battaglie interiori dell’uomo contro sé stesso, come quelle che viveva il bassista Adam Clayton in quei giorni trovando rifugio nell’alcol. E ancora la guerra e la fuga dei popoli nella versione punk di Refugee per tornare sullo scontro sociale e di opposizione alle regole in Surrender.

Quanto sono attuali queste tematiche nonostante le decadi passate e questo fa pensare che impariamo ben poco. Siamo inorriditi dall’orco nero russo, ma guardando la nostra sagoma allo schermo in molti di noi ci riconosceremmo come dei gran figli di Putin? Non invadiamo terre con i carri armati, non stupriamo altre civiltà con la violenza più orrida, ma trattiamo su scala la vita allo stato modo. Ci crediamo così migliori quando in nome del business sacrifichiamo, calpestiamo e sfregiamo la vita e la dignità di chi lavora? Quando la sicurezza sul lavoro è per noi solo un fastidioso sassolino ucraino, non siamo poi così diversi da chi tanto critichiamo. Non importa se te ne infischi della vita di una decina di persone o di migliaia di persone, è l’atteggiamento che hai e lo spessore della tua umanità che fanno la differenza.

Ad ogni tipo di violenza ci opponiamo con l’urlo del rock, con il ritmo forsennato di Two hearts beat as one, con l’amore a luci rosse di Red Light e la preghiera biblica di 40. Perché anche per Bono & Co. una luce in fondo al tunnel c’è ed è l’amore e il rispetto per il mondo che ci circonda, le uniche note del nostro spartito che ci permettono di essere umani.

How long to sing this song?

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