… e basta!

di Stefano Pancari
la cultura - rocknsafe

La cultura è un po’ come il corpo umano, in relazione a cosa gli dai per nutrirla avrà una sua fisionomia.

Un tempo la musica era un elemento aggregante in cui le persone ci ritrovavano ideali, modi di pensare e modi di essere. Non voglio fare il nostalgico, anche se lo sono molto.

Questa settimana sono stato attratto da una notizia ANSA. Parlava del nuovo lavoro musicale di un tizio come l’album più ascoltato nella storia della musica italiana. Non ne citerò il nome perché non voglio essere causa della sua popolarità.

Sempre in questi giorni leggo l’annuncio di un ipotetico e desiderato ritorno ai Live con tanto di promozione del suo tour, con il suo faccione di sbarbatello che gioca a fare la rockstar. Come se non bastasse leggo di una piazza a lui dedicata a Cinisello Balsamo ed ho pensato che il buon antifascista Carlo Meani, a cui è stata dedicata una strada lì vicino, si sia rigirato nella tomba.

Dato che non amo i pregiudizi decido di ascoltare l’album per farmi un’idea personale.

Una cosa è certa, la copertina è coerente con il contenuto di quell’oscenità. Non parlo del genere musicale. Non lo apprezzo e penso che non ci sia niente di artistico nella trap, ma è solo un gusto personale che mi sono creato sulla scorta dei vari John Bohnam, Freddy Mercury e Roger Waters che per me sono stati veri artisti e professionisti della musica.

Quindi settatomi sui testi, ho letto cosa aveva da dire questo ragazzo ai suoi numerosi fan. È un album in cui si ostenta il suo modo facile di far soldi, di quanti ne ha, delle modelle e champagne che lo circondano, delle canne fatte in casa e delle “bitch” tutte pronte a darla a lui. Ho riguardato per sicurezza la copertina per vedere se si trattasse di uno tra James Dean, Marlon Brando o Paul Newman, ma purtroppo ho constatato che c’era la solita caricatura che si finge adulata dall’intero universo femminile.

Quali sono i valori che arrivano ai giovani d’oggi? Quale forma mentis gli offriamo?

Ho vissuto l’adolescenza a cavallo tra gli anni 80 ed inizio degli anni 90 e mi sono nutrito a pane e U2, Nirvana, Pearl Jam oltre che dell’immortale classic rock. Non sto parlando di stinchi di santo, ma c’erano dei messaggi nella musica, c’era una ribellione che portava in sé valori sani.

Di fronte a tutto questo mi sento ancora più il dovere di arrivare ai giovani con messaggi di salute e di sicurezza e mi auguro che sempre più Safety Rockstar sposino la causa.

I giovani sono il bene più prezioso e noi possiamo trasferirgli sani valori sui quali fondare le proprie ribellioni che faranno evolvere il mondo.

Avviciniamoci alla loro comunicazione, capiamo il loro modo di essere, come magari non hanno fatto i nostri genitori con noi. Costruiamo modelli comunicativi che siano attrattivi anche per loro a costo di slacciarsi la cravatta ed essere meno austeri. I giovani hanno bisogno di noi tanto quanto noi abbiamo bisogno di loro.

È l’unico modo per non vederli cibarsi di una junk culture che li porterà soltanto ad essere più obesi ed intossicati.

ESCI DAL BRANCO! BE SAFE BE ROCK!

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