Come ti sei ridotta in questo Stato?

di Stefano Pancari
come ti sei ridotta in questo stato

Sono giorni impegnativi, sarà forse per il connubio dell’ora solare, delle belle giornate… e della zona rossa. Nonostante l’amore per la nostra terra ed un innato patriottismo, la situazione che stiamo vivendo mi fa davvero incazzare. Mentre in altre parti del mondo la fine del tunnel comincia a concretizzarsi, mentre a Barcellona hanno fatto il primo concerto con 5000 persone e a New York stanno riaprendo tutto, noi siamo qui che continuiamo a trastullarci tra un talk show dalla Gruber ed un post ad effetto sui social come Facebook.
Non ce l’ho con la zona rossa se è l’unico strumento che di fatto riesce a buttar giù i numeri di diffusione del contagio. Quello che mi fa ribollire il sangue è che sia l’unico strumento. Ancora oggi non veniamo a capo sull’origine della diffusione e si colpiscono random settori o, nel peggiore dei casi, vengono totalmente dimenticati. Udite! Udite! Le Aziende sono tra i luoghi più sicuri in termini di contenimento della pandemia come ci ha ben spiegato nel suo articolo Vincenzo Fuccillo.

Chiudiamo le scuole, ma qual è la percentuale di contagio tra la popolazione studentesca? Non lo sappiamo, ma siamo certi che il rischio è alto e via alla sagra della contraddizione. In più, notizia di questi giorni, si dice che di fronte alle scuole ci siano troppi assembramenti dei genitori. Se non bastasse questa motivazione, a risentirne è il traffico e l’affluenza sui mezzi pubblici. Intanto l’educazione dei nostri figli e la cultura piangono in ginocchio. Al tempo stesso pare che l’Amministrazione pubblica sia l’unica a non sapere che una buona percentuale di questi novelli James Dean, all’uscita della scuola, pascolano nei giardini senza mascherina, però nessuno vigila. Datemi un valium.

Come ti sei ridotta in questo stato

Stesso discorso per il mondo della ristorazione e dello spettacolo. L’ultima volta che sono entrato in un cinema è stato per vedere il film documentario sul grande Paolo Conte. Fila con distanziamento, gel, temperatura, poltrona assegnata e con poltrone vuote alla mia destra e alla mia sinistra, impianto di ricircolo dell’aria perfettamente funzionante e la maschera che vigilava sull’uso della mascherina da parte di tutti. A voi la sentenza. In compenso, passando davanti ad una chiesa in questa domenica delle palme, ho visto le persone con il loro ramoscello di ulivo in mano premute fuori dei portoni spalancati come se fossero sotto transenna ad un concerto dei Rage Against the Machine. L’importante è mettere il divieto di vendita di alcolici nel fine settimana così che i ragazzi non organizzino il loro home party, come se fosse questo l’espediente e i ragazzi non andassero a comprare prosecco e aperol per il loro spritz nei restanti giorni della settimana.
Durante gli studi di ingegneria mi hanno fatto una testa grossa quanto l’alieno di Mars Attacks! ed ho imparato a basarmi su numeri, statistiche e logica.

Come ti sei ridotta in questo stato
Dove sta la logica nelle nostre scelte e nei nostri comportamenti? A rincarare la dose c’è stato un amico che mi ha fatto avere una tabella dello Stato belga in cui studiano anche le virgole dell’andamento pandemico. Eppure anche noi eravamo partiti bene. Insieme agli amici di Italia Loves Sicurezza un anno fa ci siamo fatti divulgatori e promotori dell’uso di un’App (Immuni) che, non solo la gran parte degli italiani ha snobbato preferendogli Tinder o altre applicazioni di prima necessità, ma che poi si è rivelata essere una sòla.

In questa maccheronica gestione ognuno punta il dito su qualcun altro, ma nessuno si fa un bell’esame di coscienza. A noi cittadini spetta il senso di responsabilità: dobbiamo mettere in pratica tre regole messe in croce che anche mia figlia, non quella di sette anni ma quella di due, ormai conosce a memoria. Quando suona il rider per consegnarci la pizza si mette sulla porta e vuole la sua mascherina con i Puffi. Due anni. Allo Stato imploriamo di darsi una svegliata con questi vaccini; non abbiamo più tempo da perdere e i nervi degli italiani sono lisi come i miei Levi’s che hanno vissuto anni ed anni di concerti. Sul tema del personale sanitario che non vuole vaccinarsi mettendo a rischio colleghi, ma soprattutto tante persone fragili, chiudo il coperchio della mia bara, tanto ne parlerò domani in B-SIDE con un super ospite. Abbiamo bisogno di una legge contro gli idioti per smettere di essere idioti.
Caro Michele, avevi proprio ragione… Goodbye Malìnconia!

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