“Memento” della sicurezza

di Stefano Pancari
"Memento" della sicurezza

Il cinema è una delle mie tante passioni. Nel firmamento dei grandi registi, cinque a mio avviso appartengono all’Olimpo degli Dei: Stanley Kubrick, Ridley Scott, Francis Ford Coppola, David Fincher e Cristopher Nolan. Non me ne vogliamo gli altri, tra cui Martin Scorsese, ma loro sono proprio una spanna sopra. Per associarli in ordine a dei film: Shining, Blade Runner, Fight Club e la triologia di Batman.

Di sicuro qualcuno preferirà altri registri e altri film, ma de gustibus…

"Memento" della sicurezza

Cade a pennello in questo periodo Memento di Cristopher Nolan che è una vera e propria opera d’arte su pellicola. Uscito nel 2000 ha incassato due premi Oscar ed è entrato a far parte delle pellicole più importanti nella storia della National Film Registry.

Magistrale è l’interpretazione del protagonista Guy Pierce nel ruolo del protagonista Leonard Shelby che soffre di un disturbo della memoria breve. In sostanza non riesce a ricordare oltre i 15 minuti. Bel problema per tutti, soprattutto per un personaggio che vuole vendicare la morte della moglie Natalie, Carrie Ann Moss, l’amatissima Trinity di Matrix. Il suo metodo per ricordare è spargere ovunque post it, foto delle persone che incontra con un commento e addirittura tatuaggi. Storia cervellotica che ti tiene con il fiato sospeso compreso il fatto che, per fortuna, la moglie dopo la violenza subita non è realmente morta.

"Memento" della sicurezza

Forse ti sarai incazzato perché ti ho fatto uno spoiler, ma se non hai visto questo film dopo ventidue anni, forse il vero problema non è lo spoiler. Ma adesso ti farò alzare ancor di più adrenalina e cortisolo.

Di questo problema soffri anche tu in qualità di italiano medio. Mediamente noi italiani siamo sognatori che è facile prendere per i fondelli, basta vedere cosa fanno i politici con le loro promesse. Sistematicamente disattese, ma noi non ce le ricordiamo nemmeno quindi per loro il gioco, non solo è facile, ma è pure divertente.

La politica legifera anche in materia di sicurezza sul lavoro. Ricordi quando è stato emanato “l’editto” che inaspriva le pene per i mascalzoni che non si preoccupano della sicurezza?

Sin da quei tempi contrapposi il mio pensiero alla “Ola” generale perché ritenevo che non avrebbe cambiato di una virgola le cose. Se chiedi ad un manager quanto ammonta l’ammenda o la sanzione penale per mancata formazione, stai pur certo che non saprà risponderti. Cosa vuoi che gli cambi se gli aumenta del 20, 30, 40%?

Ormai a mesi di distanza di quell’atto eroico ce ne siamo dimenticati, così come ci siamo dimenticati di misurare gli effetti. L’unico numero che importa è quello delle persone morte sul lavoro anche quest’anno e ci dice che è stato un intervento legislativo inutile.

Per confermarti che la tua memoria breve ha qualcosa per cui deve essere rivista, ti ricordo che, sull’onda dell’emotività della morte di Lorenzo durante l’alternanza scuola lavoro, fu dichiarato che la Conferenza Stato Regioni avrebbe dovuto disciplinare la formazione dei datori di lavoro entro il 30 giugno.

Anche stavolta “Ola” generale, me compreso. Ci troviamo al 12 luglio, con le pinne, il fucile e gli occhiali già nel bagagliaio, ma dell’Accordo Stato Regioni non c’è traccia. Addirittura si sentono voci (non ufficiali) che parlano del 2023. Anche stavolta ce ne siamo dimenticati, tutto tace, contiamo morti e infortunati tutti i giorni, ma niente di impattante viene fatto per migliorare le cose.

Memento!

Ricordati!

Siamo tutti un po’ Leonard!

 

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