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di Stefano Pancari
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Immagine di rawpixel.com

Ti immaginerai, come immagino io, che quando qualcuno si prodiga per il tuo benessere quantomeno gli sarai grato. Se proprio sei idrorepellente a manifestare gratitudine, suppongo che per lo meno lo rispetterai. Figurati te che sei HSE, RSPP o formatore quanto oro, incenso e birra dovrebbero portarti all’altare.

Notizia della settimana, come se non lo sapessimo di già, tutto ciò non avviene in molti casi. La notizia non riguarda chi sgobba per portare a degli standard dignitosi la qualità della vita lavorativa delle persone, ma il settore sanitario. Il 12 marzo, nella Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori socio sanitari, sono allarmanti i dati su questo fenomeno: viaggiamo ad un media di 4 atti violenti al giorno e nel 70% dei casi la vittima è una donna. Il ministro Schillaci banna il fenomeno come un grave problema culturale e promette campagne di sensibilizzazione e prevenzione, oltre al deterrente della polizia presente nelle strutture sanitarie. Tutto questo ben d’iddio di misure di sicurezza porta l’hashtag #laviolenzanoncura.

“La violenza non ti farà stare meglio,

un infermiere o un operatore sì”

Alle buone intenzioni, tipiche delle giornate nazionali, europee, mondiali e interstellari c’è la constatazione che il numero di medici è carente e questo anche perché è un mestiere che inizia a perdere appeal perché non si svolge in un luogo sicuro (toh! Di tanto in tanto si cita la sicurezza sui luoghi di lavoro).

La valutazione dei rischi non finisce mica qui!

Il ministro rincara la dose: mettiamoci anche un controllo più massiccio, magari con Hulk in camice all’ingresso, per evitare gli accessi impropri in reparto, ovvero tra il 60% e l’80% del totale degli accessi. L’esclamazione romanesca del mio amico Vito ci starebbe a pennello. Si arriva al dato, ancor più agghiacciante, delle 125 mila aggressioni non denunciate. Una ecatombe. Non vengono denunciate perché per lo più sono aggressioni verbali, “soltanto” il 40% sono violenze fisiche. Sfortunato chi dovrà fare la valutazione dello stress lavoro correlato perché quel foglio excel comincerà ad andargli in buffering.

Dulcis in fundo non è mancata una bella citazione sull’aggravio delle sanzioni penali introdotta in periodo Covid.

Non ho mai fatto un DVR per un ospedale, ma leggere che ben il 68% dei lavoratori è stato vittima di un episodio di violenza, farebbe diventare il P del mio rischio (probabilità di accadimento per i non addetti ai lavori) rosso incandescente schizzando fuori anche dalla matrice dei rischi.

Certo, come tanti nostri piani di miglioramento, sulla carta scriviamo di Alice nel Paese delle meraviglie, ma poi saranno i fatti che contano. Caro ministro, in bocca al lupo!

E a te, mio assiduo lettore: siamo messi male, molto male e, dato che in ROCK’N’SAFE parliamo di cultura, non possiamo rimanere indifferenti e immaginare un modo migliore di far le cose.

Tutto sommato a noi della sicurezza non ci mettono né le mani addosso né ci prendono a calci. Ci piacerebbe essere delle tigri, come commentato su Linkedin con l’amico Paolo, ma magari ci vedono come dei tassi rompiscatole, tutto qua! Non cerchiamo gratitudine, ma rispetto sì come per gli amici del settore sanitario

Dal brano Violence, dell’album Violence degli Editors:

Baby, we’re nothing but violence
Tesoro, non siamo altro che violenza

Desperate, so desperate and fearless
Disperato, così disperato e senza paura

Mess me around ‘til my heart breaks

Prendimi in giro finché il mio cuore non si spezza

 

 

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