Il DUVRI è un vero Rocker?

di Armando Sborgia
Il DUVRI è un vero rocker?

Sono molto felice di poter scrivere un pezzo per ROCK’N’SAFE e da vero appassionato di musica Rock e musicista, perdonerete il piccolo gioco di parole che ho inserito volutamente nella prima riga di questo articolo.

La mia formazione nel campo della sicurezza, forgiata fra le mura di casa prima e nelle frenetiche aziende multinazionali poi… mi pare opportuno potervi raccontare la mia esperienza nell’applicazione del Documento unico di valutazione rischi interferenti denominato DUVRI.

Parto da quelli che sono i luoghi comuni dell’ignoranza presente nel nostro settore e mi riferisco soprattutto a quei personaggi che devono complicare la vita a tutto e tutti con delle “interpretazioni” prese dal passante di strada che beve una birra al mattino presto.

Partiamo dal principio numero 1: La Legge è Legge perché si Legge!

Potrebbe apparire come una presa in giro, ma la realtà è che noi possiamo solo leggere in italiano ciò che la norma riporta e di conseguenza applicarlo alla lettera… qui partono una serie di personalità disturbate che in preda a una montagna di bias cognitivi, in primis il confirmation bias, cercano disperatamente la prima persona che dice: “ma io credo che sia così, la norma si deve interpretare in questo modo altrimenti…” direi che avete capito… quando usciamo dalla cosiddetta zona di comfort ricorriamo a degli estremi per farci fuggire via lontano e creare dei mostri… nel senso puro della parola latina monstrum “prodigio, portento” e quindi da una definizione più autorevole: essere che si presenta con caratteristiche estranee al consueto ordine naturale.

Prima che entrasse in vigore il D.Lgs. 81/08 ci siamo trovati di fronte a immensi carrozzoni multinazionali che applicavano la ex 494 per i cantieri al posto del DUVRI… per capirci bene è come voler suonare una chitarra elettrica attaccata a una betoniera invece di usare un classico amplificatore… dite che ho cannato l’esempio?

Io direi proprio di no e vi spiego perché; per primo la normativa si distingue per campi d’applicazione che hanno una precisione a dir poco matematica e nel caso suddetto manca il campo di applicazione per definizione. Volendo superare questo scoglio… dovremmo evidenziare un flusso di comunicazione molto lineare e semplice che con il PSC edile diventava la cosa più complicata del mondo, ma dobbiamo comprendere che nella vecchia 626 era stato scritto troppo semplicemente cosa era un DUVRI e quindi di conseguenza nessuno aveva compreso…

Il DUVRI è un vero rocker!

Da solo, immolato per la patria, lui vuole risolvere i problemi con estrema facilità e noi ci ostiniamo a volerci complicare la vita trascinando un retaggio di oltre 14 anni fa che premiava aberrazioni nell’applicazione delle norme.

Da vero Rocker ho subito voluto capire le ragioni di cui si faceva carico questo documento che nella sua semplicità applicativa è come uno dei migliori pezzi rock punk, dritto al punto e con estrema semplicità espositiva dei fatti, deve essere efficace nel dare indicazioni per la vita del lavoratore.

Quanti di voi si sono chiesti almeno una volta, “a cosa servono tutti questi documenti che mi hanno consegnato? E perché mi danno un pieghevole che pare uscito dai musei vaticani?” la domanda più importante di tutte che non può mancare “Mi scusi, mi sono perso, ma per chiamare un preposto? chi è il mio referente?”

Credete che siano domande campate in aria? Avete mai provato a mettervi nei panni di chi riceve il vostro voluminoso DUVRI? (se hai fatto cattivi pensieri devi andare da un buon analista)… avete mai provato smarrimento nel ricevere le richieste dettate dalla cooperazione che dovrebbe essere tracciata fra due aziende?… ammetto che da libero professionista, certi giorni vorrei scappare via lontano mentre nella macchina parte a tutto volume “Wherever I may roam” dei Metallica!

Certi RSPP / HSE Manager assieme al loro staff cercano di far compilare una sorta di dichiarazione dei redditi al povero appaltatore / contractors che si lamenta delle complicazioni che lo stato ha creato per lavorare… ma siamo certi che sia colpa dello stato?

La finalità del DUVRI è evidenziare le interferenze e tracciare brevemente una cooperazione fra due aziende… Tradotto in parole povere: siccome entri a casa mia, mi devi dire cosa, come, quando e perché lo fai? Cosa introduci a casa mia? Perché altrimenti si fanno male le persone e le varie maestranze che operano in un determinato sito lavorativo.

La cooperazione è soprattutto dare indicazioni a chi entra a casa mia… se io dimentico di comunicarti le regole e i rischi di un determinato ambiente, ti farai male.

Nella mia esperienza con questo strumento sono sempre riuscito a porre in atto misure e verifiche che sono state impeccabili per gestire i lavori e i lavoratori. Purtroppo ci sono molti casi in cui la situazione è andata in modo differente… specialmente quando si sottostima l’efficienza della comunicazione fra le parti, quando la presunzione di essere superiori a chiunque debba lavorare per la committenza acceca il servizio di prevenzione e protezione; quando si ignora cosa accada fra i reparti di lavorazione di una struttura aziendale e si crea un documento vissuto come una pesante incombenza… utile a fare da carta firmata puramente inefficiente.

Perché ci soffermiamo su questo aspetto? Perché diamo per scontato la nostra efficacia nel cambiare le cose? …  mi permetto di citare un grande come A. Jodorowsky con un racconto che fa parte di uno dei suoi libri: “c’era un piccolo villaggio in Cina dove le case sorgevano ai piedi di una grande montagna che faceva ombra per la maggior parte del giorno e i bambini ne riportavano danni che ormai si ripetevano per generazioni, così un vecchio, un giorno d’estate, si alzò e prese un cucchiaio e si avviò verso la montagna… i suoi compaesani vedendolo camminare lentamente con un cucchiaio in mano (in effetti è un’immagine da folle. ndr) chiesero dove si recasse, e lui : « Vado alla montagna perché la voglio spianare per portare il sole a tutti!»

Questo frammento di storia rappresenta la crociata che ogni giorno svolgiamo per portare alla nostra comunità la Cultura della Sicurezza sul Lavoro.

Se i primi a dare per scontato il nostro lavoro siamo noi stessi, come potremo mai ottenere rispetto e leadership per guidare il cambiamento!

Poco importa come e dove lavoriate, se le aziende che seguite vedranno una persona decisa che dà loro indicazioni preziose per la loro realtà sarete professionisti apprezzati e ricercati, sarete la ribellione che ogni giorno serve a seminare il cambiamento.

Tornando al nostro DUVRI, che è una RockStar in quel ginepraio di aziende che ogni giorno si ammassano in ambienti di lavoro più o meno complessi… siate pronti a semplificare, a rendere la “user experience” unica e semplice, a prova di scimmia, come la migliore delle procedure operative… siate la goccia d’acqua che insistendo ogni giorno nello stesso punto, scava la roccia e crea gallerie e grotte, perché alla fine se tanti di noi lo faranno passerà il cambiamento.

Il DUVRI deve essere semplice, una tabella con punti ben distinti e rispondenti alla norma, deve avere un tracciamento della cooperazione fra le parti, delle comunicazioni tracciate e un bel sopralluogo congiunto che ci serva da metro di giudizio reale di quanto andremo a scrivere e che sia una guida per i preposti aziendali che devono ogni giorno applicarlo.

Siate pronti a vigilare le operazioni più pericolose, lì sul campo assieme alle persone in prima linea, in modo da addestrarle, attenzionarle, farle sentire scorrette da chi opera per la loro salute e sicurezza… in una parola siate presenti, coinvolgendo il datore di lavoro o il dirigente a seconda della grandezza aziendale…

Cultura della sicurezza sul lavoro significa essere i primi a motivare ogni giorno chi deve applicare le norme; essere pronti a fare sicurezza sul serio, applicando in maniera intelligente la norma, essendo vicino alle persone che devono svolgere un lavoro, formandole per saper prendere un minuto in più e prepararsi a dovere, essere coscienziosi nel decidere una strategia lavorativa e rispettarla in maniera puntuale.

Cultura della sicurezza è cercare un modo nuovo di affrontare il lavoro studiando la nostra attività, creando soluzioni pratiche e realizzabili, no pacchi di carte inutili e che servono a coprire il fondoschiena di un imprenditore nel caso finisse davanti a un giudice.

Ogni settimana con il mio canale lavoro per cambiare in primis la mentalità dei miei colleghi e in secundis quella dei datori di lavoro, ci credo fortemente perché il cambiamento inizia da un cucchiaio che scava la roccia…

Il DUVRI è un concreto passo verso la vera sicurezza sul lavoro, che fonda le sue radice nella cooperazione continua fra realtà coesistenti in uno stesso sito di lavoro ed è quindi lo strumento più potente da mettere in campo per fare vera sicurezza.

 

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