The power of words

di Allegra Guardi

The power of love” cantavano i Frankie Goes to Hollywood, facendo innamorare e sognare milioni di fanciulle. Ma quello che forse il gruppo anni ‘80 ignorava è che c’è un potere più forte e universale dell’amore e che, a differenza dell’amore stesso, riguarda tutti ma proprio tutti: il potere delle parole.

Le parole non trasmettono solo un messaggio. Danno a quel messaggio un timbro unico. Proprio come le note di uno spartito, se ne sostituisci una con un’altra, per quanto simile, cambia l’esatta emozione che verrà trasmessa.

Non ci credi?

Immagina di aver finalmente strappato un appuntamento alla donna dei tuoi sogni. Ti presenti a casa sua e quando ti viene incontro invece di dirle che è bella le dici: “sei molto carina”. Termini simili… esito della serata probabilmente non altrettanto.

Oppure figurati il tuo capo che ti chiede notizie su un progetto urgente e importante. Preferiresti a) dirgli che “non è finito” o b) che “ci stai lavorando”? Di fatto se ci stai lavorando significa che non è finito, ma fossi in te eviterei di renderlo esplicito…

Conoscere le parole e saperle usare consapevolmente per ammorbidire o, al contrario, rendere più tagliente un messaggio è di grande utilità nella comunicazione, non solo nella comunicazione diciamo così “in grande”, ma anche in quella spiccia di tutti i giorni, come visto sopra.

Nel mondo Safety questa arte incontra numerose sfide. Tutta la struttura comunicativa della sicurezza sul lavoro sembra studiata ad hoc per impedire variazioni e personalizzazioni. Del resto si tratta di una comunicazione che duetta strettamente con le norme e le norme possono lasciare spazio all’interpretazione ma di certo non alla creatività.

Potendo sognare, mi piacerebbe che le “uscite di sicurezza” diventassero per tutti le “uscite IN sicurezza”. Forse se così fosse le persone si ricorderebbero che quelle uscite lì devono impedire alle persone di farsi male nonostante sia in corso una situazione avversa… che la gente deve poterle attraversare IN SICUREZZA, appunto, senza il rischio di volare subito dopo giù da una balaustra pericolante come è successo a Corinaldo fuori dalla Lanterna Azzurra l’8 dicembre del 2018…

Ma cambiare una denominazione tecnica non è così semplice da fare. Ciò che invece si può fare è esplorare con curiosità, fantasia e gioiosa sfrontatezza l’immensità dell’universo semantico per lavorare sulla cultura della sicurezza. Quello sì che è uno spartito con ampio margine di personalizzazione: “like a virgin”, insomma, per dirlo come Madonna.

Le parole hanno potere. La tua creatività nell’utilizzarle per creare messaggi dalle note uniche, incisive, rivoluzionarie ne ha ancora di più.

Pete Townshend, chitarrista dei The Who, disse: “Il rock non eliminerà i tuoi problemi. Ma ti permetterà di ballarci sopra”. Beh, Pete, sarà che a me non piace dover rinunciare a qualcosa ma io sono convinta che il rock, con il suo modo unico di comunicare i messaggi, possa concretizzare quella controcultura della sicurezza che eliminerebbe davvero molti problemi, non solo miei. E quando sarà così ballerò, dannazione… eccome se ballerò!

E tu che stai leggendo, ancora non credi nella forza delle parole? Allora adesso ti chiedo: che emozione ti dà essere definito un “leader”? E che emozione ti dà essere definito una “rockstar”? Avverti la stessa elettricità? La stessa forza trainante? A te la risposta.

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