Sicurezza & errore sono incompatibili?

di Simona Bargiacchi

Sicurezza significa non fare mai errori?

Non sempre un basso “numero di errori rilevati” è indice di sicurezza.

Spesso gli errori vengono nascosti o si ricorre ad espedienti per “tamponare la situazione”, perché sono associati con reazione negativa.

Se ci pensiamo bene a scuola gli errori venivano segnalati con la penna rossa e a volte venivano anche evidenziati con un punto esclamativo… chi non trema almeno un po’ al sentir pronunciare la parola errore?

La reazione più istintiva è quella di celarsi dietro il silenzio.

Nella scelta tra “silenzio e voce” il tacere ha spesso una serie di vantaggi:

  • Il vantaggio del silenzio è immediato (nell’immediato tacere un errore evita le conseguenze, potrei trovare una soluzione, nel frattempo, potrebbe non accorgersene nessuno)
  • Il vantaggio del parlare è incerto (verrà accettato bene la mia ammissione di errore?) e futuro (non avrò vantaggi nell’immediato, ma forse dall’aver parlato subito eviterò conseguenze maggiori)

Spesso i team più efficaci sono quelli che rilevano più errori perché l’ammissione dell’errore e il dialogo conseguente offrono opportunità di miglioramento e di apprendimento per tutti:

  • Ammettere l’errore in uno stadio iniziale significa avere più tempo per definire misure di contenimento o correzione. Significa inoltre limitare lo spreco di risorse, nel caso in cui dovessimo bloccare il progetto in corso
  • Discutendo in team dell’accaduto può venire fuori un maggior numero di idee per risolverlo, con conseguente risparmio di tempo e contenimento dei danni
  • Si apprende tutti qualcosa in più. Se riflettiamo sull’errore diventa fonte di apprendimento, altrimenti è solo una “cosa che è accaduta” e che ci ha fatto perdere risorse preziose
  • Si possono creare nuove procedure per prevenire l’errore in futuro. Solo conoscendo l’errore e riflettendoci insieme possiamo prevenirlo in futuro

Perché ciò sia possibile serve una cultura di trasparenza e di “non punizione” in cui l’errore si può ammettere, se ne può parlare e si può imparare da esso.

Cosa ne pensate? Cosa aggiungereste per sentirsi sicuri di poter parlare degli errori e apprendere da essi?

 

 

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