La parola a Tiziano Nerobutto, Fondatore e Amministratore Nerobutto

di Annarita Cacciamani
Nerobutto

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La sicurezza è uno dei temi più importanti di tutto il mondo del lavoro. Lo è in particolare per chi si occupa di edilizia, settore fondamentale della nostra, dove purtroppo gli incidenti sono numerosi. Di questo è consapevole Tiziano Nerobutto, fondatore, amministratore e socio di Nerobutto.

Nerobutto, azienda con sede a Grigno Valsugana, in Trentino è stata fondata nel 1978 da Tiziano Nerobutto che appena maggiorenne, inizia a lavorare come imbianchino. Oggi si occupa di tinteggiatura a 360 gradi, lavorando in ogni tipo di cantiere. L’azienda opera, infatti, in diverse aree, dal restauro di edifici storici agli edifici di nuova costruzione. La svolta arriva nel 2004 con la nascita del dipartimento Calchèra San Giorgio, che si occupa di produrre materiali, con un suo laboratorio di ricerca & sviluppo orientato a soluzioni green e consulenza.

“Per noi la sicurezza è veramente importantissima e la decliniamo in diversi modi. In primis la sicurezza sul cantiere che otteniamo attraverso la formazione ed il controllo costante del personale” afferma Tiziano Nerobutto. Non per tutti, però, è così: “quotidianamente nei cantieri dobbiamo convivere con la fretta di finire in tempo e con una moltitudine di lavoratori che approdano all’edilizia per pura necessità e, purtroppo, vengono “sbattuti” dentro il cantiere senza alcuna formazione o preparazione da caporali senza scrupolo – sottolinea ancora – Il fenomeno dei subappalti a cascata non aiuta certo la sicurezza e i controlli in merito sono sempre troppo pochi”.

 

 Nerobutto opera nel settore edilizio. Quali sono le particolarità dell’azienda?

Siamo un’azienda familiare alla seconda generazione. Nel tempo, abbiamo scelto di diversificare e specializzarci in ambiti molto diversi tra loro. Abbiamo iniziato e proseguiamo la nostra attività con lavori di imbiancatura tradizionali. In seguito, siamo entrati nel mondo del restauro, per poi evolvere la nostra attività verso lavori di ristrutturazione e delle finiture di pregio. Oggi, quindi, siamo in grado di affrontare qualsiasi lavoro di finitura, ristrutturazione o restauro in qualsiasi tipo di edificio. Qualche esempio: il Parlamento di Vienna, il Tempio della chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni a Roma, il quartiere Trento Futura e centinaia di altri edifici privati, pubblici e industriali.

 

Lavorate in cantieri molto grandi ed importanti. Quali direttive seguite per garantire la sicurezza di tutti i vostri addetti?

Come detto, non solo siamo una famiglia ma siamo una famiglia allargata della quale fa parte ognuno dei nostri operai. Siamo un team molto coeso, di quasi 100 persone.

Per noi la sicurezza è veramente importantissima e la decliniamo in diversi modi. In primis la sicurezza sul cantiere che otteniamo attraverso la formazione ed il controllo costante del personale. Poi c’è una sicurezza ecologica che perseguiamo attraverso la ricerca, lo sviluppo e l’utilizzo di materiali adatti alla salvaguardia di chi lavora e dell’ambiente.

 

Vi occupate anche di restauri di monumenti e palazzi storici. Cosa differenzia questi cantieri da quelli per nuove opere? Serve un’attenzione diversa anche per la sicurezza?

Sì, in effetti lavorare per grandi opere e, soprattutto, su edifici protetti da vincoli della Soprintendenza implica regole molto differenti da quelle in uso nei “normali” cantieri. Serve una maggiore attenzione, dato che le normative sono molto stringenti. Noi siamo però abituati ad un’organizzazione ferrea, anche nei lavori più piccoli. È questo che ci consente davvero di essere efficienti nella piena tutela della sicurezza e quindi in grado di modulare questo nostro approccio anche su cantieri particolari. Un esempio su tutti, il Parlamento di Vienna che abbiamo completamente restaurato, riproponendo il marmorino decorato oramai in degrado, mascherando perfettamente gli enormi scassi eseguiti sulle pareti per mettere in sicurezza e aggiornando gli impianti tecnologici. Il tutto in collaborazione con due aziende amiche, con cui condividiamo il modo di lavorare. È stato un grandissimo progetto gestito in modo sicuro, nei tempi richiesti, di grande successo.

 

Nerobutto ingloba anche Calchèra San Giorgio, una divisione dell’azienda completamente gestita da figli e nipoti che si occupa di ricerca e innovazione. Qual è il progetto più importante che state portando avanti in tema di sostenibilità?

Sicuramente Calchèra San Giorgio si distingue per l’attenzione alla ricerca e sviluppo di materiali naturali come la calce. Riproponiamo, per esempio, antiche “ricette” dei tempi dei romani e della tradizione, riformulandole per i nostri tempi e nell’ottica di un lavoro basato sull’economia circolare. Siamo riusciti a produrre un intonaco ottenuto al 100% da materiale di riciclo “Calce di Campo”. Siamo partiti da gusci d’uovo e da cuticole del riso per arrivare a produrre materiali performanti allo stesso tempo pienamente sostenibili e biologici. Ne siamo orgogliosi perché si tratta di prodotti di altissimo livello davvero innovativi.

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Quali iniziative di welfare aziendale state portando avanti?

Non abbiamo sviluppato specifiche operazioni o iniziative di welfare perché per noi il welfare è davvero una questione di tutti i giorni. Aiutiamo ognuno dei nostri operai ogni volta che ne ha bisogno. Per esempio, abbiamo creato all’interno del nostro stabilimento un locale in cui ogni venerdì sera ci si incontra per un aperitivo tutti insieme in concomitanza con la fine della settimana. Ognuno di noi, uomo o donna, sa di poter contare sull’azienda per ogni tipo di problema si dovesse trovare ad affrontare: dai problemi famigliari, all’assistenza legale ai rapporti con le banche e gli uffici pubblici.

 

La formazione può aiutare a rendere il personale più consapevole e attento ai rischi?

Come già ribadito, la formazione è un nostro impegno quotidiano. Per noi “formare” significa anche richiamare il lavoratore ogni qualvolta si presenti un comportamento scorretto o che comporti rischi per sé o per i colleghi.

È probabilmente uno degli aspetti del lavoro che più impegna noi ed i nostri tecnici che gestiscono i cantieri. L’atteggiamento spavaldo che può dare la padronanza del mestiere spesso si scontra con la necessità di affrontare con razionalità il problema della sicurezza. Da non sottovalutare, inoltre, è l’esuberanza dei giovani che si sentono forti e sicuri in ogni circostanza: questo può creare situazioni di pericolo.

La sicurezza nei cantieri comunque passa anche attraverso i tempi che vengono imposti per la consegna dei lavori. Inoltre, quotidianamente nei cantieri dobbiamo convivere con la fretta di finire in tempo e con una moltitudine di lavoratori che approdano all’edilizia per pura necessità e, purtroppo, vengono “sbattuti” dentro il cantiere senza alcuna formazione o preparazione da caporali senza scrupolo. Quindi il rischio spesso arriva anche da soggetti esterni alla nostra ditta ma con cui lavoriamo – ognuno con il proprio compito – ma fianco a fianco. Per riassumere: il fenomeno dei subappalti a cascata certo non porta sicurezza. Di contro i controlli da parte degli organi preposti sono davvero pochi rispetto ad un settore tanto vasto come l’edilizia. La causa va ricercata soprattutto nella carenza di personale degli enti che si occupano di controlli e verifiche.

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