La parola a Paolo Pizzolante, Amministratore delegato e Presidente Plangreen

di Annarita Cacciamani
Plangreen

Paolo Pizzolante

Sostenibilità, innovazione e risparmio sono i tre pilastri della vision di Plangreen, azienda con sede a Misano Adriatico, in provincia di Rimini. Da una decina d’anni circa, Plangreen è attiva nel settore dell’efficienza energetica e collabora in particolar modo con operatori della grande distribuzione e dell’industria. Ciò che distingue l’azienda dai tanti competitors attivi nel settore è l’attenzione rivolta al tema delle comunità energetiche come strumento di welfare anche aziendale. Plangreen è stata, infatti, la prima società in Italia ad aver attivato una comunità energetica aziendale, i cui benefici ricadranno sui lavoratori.

Le comunità energetiche sono insiemi di persone o enti che condividono lo sfruttamento di una stessa fonte di energia rinnovabile. Associazioni di quartiere, aziende e singole famiglie scelgono quindi la via della produzione di energia dal sole e la condividono all’interno dello stesso territorio.

 Le comunità energetiche producono energia elettrica attraverso lo sfruttamento di impianti fotovoltaici o eolici, i quali possono essere condivisi (come nel caso di una centrale a disposizione della collettività), oppure individuali (come un sistema fotovoltaico installato sul tetto di una casa, di un’azienda, di una sede di un’amministrazione pubblica o di un condominio). In questo modo i semplici consumatori si trasformano in consumatori e produttori (prosumer). La parte di energia non consumata viene ceduta agli altri soggetti aderenti. La co-gestione dell’energia viene ottimizzata tramite il ricorso ad una smart grid, un’infrastruttura digitalizzata costituita da una rete che collega tutti i soggetti della Comunità Energetica, monitorata e controllata da tecnologie digitali all’avanguardia per ottimizzare ogni fase di produzione, consumo e scambio dell’energia attraverso soluzioni hardware e software innovativi.

Di questa e di altre tematiche relative al welfare, alla sostenibilità e al green, abbiamo parlato con Paolo Pizzolante, amministratore delegato e presidente di Plangreen.

 

Quando nasce PlanGreen e di cosa si occupa?

PlanGreen da circa dieci anni si occupa di investire in efficienza energetica nella grande distribuzione e nell’industria. Il nostro principale target sono clienti energivori con un rilevante impatto ambientale: supermercati, edifici industriali, aziende ospedaliere. Partiamo da una analisi dei consumi, fino ad arrivare all’individuazione dei progetti di efficientamento. A fronte di tutto questo, a loro proponiamo il nostro investimento sulla riduzione dei loro costi energetici, e in cambio chiediamo di remunerarci con una parte del risparmio generato. La nostra funzione non finisce qui, e ci occupiamo anche di gestire il processo operativo e di monitorare il risparmio. La nostra consulenza è a tutto tondo, grazie al nostro staff giovane dalle competenze diversificate. Siamo l’ideale per chi aspira a una sostenibilità basata su una tecnologia sempre attuale. Inoltre, nella nostra nuova sede a Misano Adriatico abbiamo previsto una sala conferenze per lo sviluppo di temi green, attorno ai quali si muove il nostro interesse nonché la nostra preoccupazione. Per questo motivo all’inaugurazione abbiamo invitato il fisico Federico Benuzzi con la sua conferenza spettacolo Problema globale, che ci ha spiegato perché il riscaldamento globale è senza dubbio dovuto all’attività antropica.

 

Cosa sono le comunità energetiche e qual è l’impatto positivo che possono avere sulla società e sull’ambiente?

Le Comunità di energia rinnovabile sono associazioni di cittadini o imprese che si mettono insieme per beneficiare delle economie di una o più fonti di energia rinnovabile, in genere un impianto fotovoltaico. Si tratta di un modello virtuoso di sostenibilità e consumo per la cittadinanza. All’estero si sono affermate da tempo, da noi l’interesse e la curiosità sono tante e ci stiamo attrezzando per costituirle. Mancano però ancora i decreti attuativi che specifichino le norme alle quali attenersi. Erano stati annunciati per il 2022, ma ancora non se ne parla. Eppure, l’impatto positivo è evidente, ed è dettato soprattutto dalla funzione sociale: all’aumentare dei costi energetici, aumenta la ricchezza della Comunità di energia rinnovabile. In questo modo, chi non possiede un impianto fotovoltaico (consumer) può consumare l’energia prodotta in eccesso da un altro socio che invece ne ha uno di proprietà (prosumer). Sono interazioni orizzontali che rafforzano i legami, la solidarietà tra le persone crea plusvalore sociale, ed è un rapporto alternativo a quello verticale che possiamo avere con i grossi distributori. Inoltre, si combattono gli sprechi e si alleggeriscono le bollette. Più grande è la comunità, maggiori saranno le ricadute positive sui partecipanti.

 

Sostenibilità, innovazione e risparmio sono tra i vostri pilastri. Quali benefici possiamo avere sul breve periodo e sul lungo termine?

I benefici possono essere di tre tipi:

1) economici, per il risparmio in bolletta che genereranno i nuovi impianti;

2) abbiamo dei benefici di tipo sociale se li abbiniamo ad una Comunità di energia rinnovabile, per il rapporto di solidarietà che, come abbiamo visto, si viene a creare tra prosumer e consumer

3) ambientale, sia nel breve che nel lungo periodo, visto che produciamo energia da fonti rinnovabili e quindi riduciamo notevolmente l’impatto ambientale.

Per rendere l’idea, abbiamo calcolato che dal 2013 ad oggi, abbiamo operato interventi in 173 strutture, generando così un risparmio quantificato in 4 milioni di euro all’anno. Ogni anno il nostro risparmio energetico equivale a una riduzione annua di emissioni di Co2 pari a quelle prodotte da 267.145 alberi.

 

Quali strumenti di welfare aziendale avete messo in atto?

Oltre a quelli classici, come ad esempio un fringe benefit per i dipendenti in grado di contenere gli aumenti del costo della vita, siamo anche la prima società in Italia che ha costituito una comunità di energia rinnovabile aziendale con l’obiettivo di ripartire i benefici della stessa ai dipendenti in termini di welfare aziendale. Per il momento i dipendenti beneficiano solo dell’energia sovraprodotta dall’impianto aziendale, quando entreranno in vigore i decreti attuativi, saremo in grado anche di generare l’incentivo, sempre a favore del welfare aziendale. Siamo stati orgogliosi di ricevere dal ministro della Transizione Ecologica Gilberto Pichetto Fratin, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede, una lettera in cui si complimenta per la proposta e in qualche modo certifica l’importanza di iniziative di questo genere, in cui la sostenibilità ambientale va di pari passo con quella sociale.

 

Quanto spazio dedicate alla formazione di dipendenti e collaboratori?

Dedichiamo quasi tutto quello a disposizione dato che i nostri collaboratori sono entrati in azienda come prima esperienza lavorativa: è un nostro chiaro obiettivo quello di prendere ingegneri ed esperti che abbiano la mente libera per affrontare i nuovi modelli di business e soluzioni tecnologiche. Questo comporta, dall’altro lato, un’attività incessante di formazione a loro beneficio.

 

Quale impatto avrà la direttiva europea sulle case green su un’azienda come la vostra?

Il legislatore va a regolamentare qualcosa che di fatto è già chiara: i costi dell’energia attualmente sono talmente alti e imprevedibili, che investire sulla riduzione dell’impatto ambientale ha già oggi un vantaggio economico, aldilà degli obblighi che possono arrivare dall’alto. È quello che cerchiamo di spiegare ai nostri clienti ogni giorno: essere green è soprattutto conveniente, oltre a essere imprescindibile per il nostro futuro.

Plangreen

 

 

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