La parola a Matteo Chenet, Direttore commerciale Italtherm

di Annarita Cacciamani
Italtherm

Matteo Chenet

Italtherm è un’azienda con sede a Pontenure, in provincia di Piacenza, ed è specializzata nel settore del riscaldamento e della climatizzazione. Si tratta di un’impresa che si occupa dell’intero ciclo del prodotto: dalla ricerca e sviluppo alla progettazione, dalla produzione alla commercializzazione, fino alla consulenza e assistenza pre e post-vendita in Italia e all’estero.

Nata 12 anni fa, Italtherm vanta in realtà un’esperienza di quasi 50 anni e una storia di grande impatto sociale. È stata fondata nel 2011 per volere di Paolo Mazzoni e di un gruppo di ex-dipendenti Hermann, l’azienda creata nel 1970 da Mazzoni stesso sempre a Pontenure. Nel 2007, con l’intenzione di aprire al mercato estero, Mazzoni, insieme allo storico socio Baltur, decise di cedere la Hermann ad un gruppo internazionale leader mondiale di settore, che tuttavia, invece di dare ulteriore impulso allo sviluppo dell’azienda come era nelle previsioni, optò per la chiusura della produzione italiana, con conseguente licenziamento dei dipendenti. L’azienda è però rinata dalle sue stesse ceneri: ricontattato da un gruppo di ex-dipendenti, Paolo Mazzoni e il suo socio Baltur scelsero di investire su un nuovo progetto e su un nuovo marchio, riaprendo lo storico stabilimento di Pontenure: Italtherm, che già nel nome intendeva sottolineare il forte legame con il territorio.

 

Ing. Chenet, quando nasce Italtherm e come si è sviluppata nel tempo?

Italtherm nasce nel 2011 sulle ceneri di un’esperienza precedente. Abbiamo quindi un marchio nuovo con un know how pluridecennale. In una prima fase ci siamo occupati della produzione e vendita di caldaie a gas e, ultimamente, abbiamo sviluppato il segmento delle pompe di calore e dei sistemi ibridi. Dal 2021 in avanti, abbiamo avuto ottimi riscontri su questi prodotti anche perché sono legati ai vari incentivi quali ecobonus, sismabonus e 110%. La chiusura dello sconto in fattura ha, però, fatto contrarre il mercato degli ibridi e ripartire quello della normale sostituzione delle caldaie. Tra le tante sfide che abbiamo davanti c’è anche la formazione degli installatori su tutte le tematiche relative all’efficienza energetica, dato che sono loro la nostra interfaccia con l’utente finale.

 

Italtherm oggi è un’azienda in forte crescita. I numeri parlano chiaro…

Nel 2021 l’azienda ha toccato quota 84 mila caldaie vendute in un anno e ha chiuso con un fatturato di oltre 54 milioni di euro, con un +45% rispetto all’anno precedente. Un andamento che si è confermato con il 2022, quando l’azienda ha raggiunto un fatturato di 75 milioni di euro.

Dal 2012 l’organico dell’azienda è più che quintuplicato, passando da 30 a 156 dipendenti.

In particolare, tra il 2020 e il 2022, nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla crisi economica, l’azienda ha inserito ben 40 nuove risorse.

In pochi anni Italtherm è riuscita a posizionarsi in Europa, Africa, Russia, Medio Oriente e Cina. Grazie ad una rete capillare di oltre 700 centri specializzati tra grossisti, rivenditori, installatori e centri assistenza, l’azienda esporta in 23 mercati internazionali. Ha solidi rapporti soprattutto con l’Est Europa, con la Romania in prima linea, ed è attiva anche in Australia e in Sud America, con l’Argentina e il Cile. Da anni è presente anche in Cina.

 

Quali sono i prodotti più richiesti dai clienti in questo momento di transizione energetica?

La sostituzione di vecchie caldaie a gas è molto richiesta in Italia, anche perché così facendo si riducono i consumi. Come detto, dal 2021 ha avuto un forte sviluppo il mercato delle pompe di calore e dei sistemi ibridi. Questi ultimi consentono di utilizzare sia il gas, sia l’elettricità. Definiamo questi sistemi “factory made” perché li realizziamo completamente noi. Si tratta perciò di prodotti made in Italy, che noi cerchiamo di promuovere nel mondo.

 

Su cosa si sta concentrando attualmente il vostro reparto ricerca e sviluppo?

Il nostro obiettivo è sviluppare i sistemi factory made. La pompa di calore può essere abbinata alla caldaia a gas. Stiamo sviluppando una tecnologia per fare in modo che un cervello elettronico possa capire se in un determinato momento è meglio utilizzare la caldaia a gas o la pompa di calore. Lo si può collegare anche al fotovoltaico e il sistema decide se conviene più utilizzare il gas o l’elettricità. Stiamo sviluppando l’Hybrid Energy Management per individuare quale è la miglior energia al miglior costo in un determinato istante. La pompa di calore può inoltre essere utilizzata anche per il raffrescamento. Il vantaggio è anche quello di avere una sola unità esterna per tutte le funzioni. I primi modelli saranno sul mercato nel mese di giugno e saremo i primi in Europa a farlo. In laboratorio inoltre abbiamo già testato sistemi alimentati per il 20% da gas idrogeno, che è la percentuale massima che può essere utilizzata in Italia. Ciò consentirà una riduzione fino al 22% di CO2.

 

Come state affrontando il “green deal” promosso dall’Unione Europea?

L’obiettivo è quello di migliorare l’efficienza energetica. L’Unione Europea chiede di ridurre del 15% le emissioni. Con le caldaie a condensazione si riducono già del 20%. Quindi, in Italia, per rispettare ciò che chiede l’Europa basterebbe sostituire tutte le caldaie a gas di 20 o 30 anni fa. Ci sono circa 18 milioni di vecchi impianti e ne rimangono da sostituire circa 7 milioni. Con il miglioramento della tecnologia si riducono sia i consumi, sia le emissioni.

 

Italtherm opera in un settore dall’impatto ambientale importante. Quali azioni state introducendo per limitarlo?

Oltre che sugli impianti residenziali stiamo lavorando anche sulle centrali termiche dei condomini. Sono tantissime quelle datate, addirittura ce ne sono ancora in funzione anche a gasolio. Stiamo inserendo sistemi ibridi con pompe di calore per dare la massima efficienza energetica anche ai condomini. Si tratta quindi di un segmento in cui si può davvero fare tanto in termini di emissioni e impatto ambientale.

 

Quali accorgimenti avete adottato per garantire la sicurezza sul luogo di lavoro?

Abbiamo un ente interno aziendale che si occupa di sicurezza sul lavoro. Applichiamo tutto ciò che prevede la legge a riguardo e in particolar modo il Testo unico per la sicurezza sul lavoro. Inoltre, sono previsti momenti di formazione relativi all’utilizzo di tutto ciò che può essere pericoloso, come per esempio i gas refrigeranti.

 

Quali iniziative avete messo in campo in tema di formazione e welfare aziendale?

Per quanto riguarda il welfare abbiamo utilizzato il decreto Aiuti dando il massimo dei benefici ai nostri dipendenti nel periodo di picco del caro bollette. Italtherm è molto attenta ai propri dipendenti e punta a valorizzare le loro competenze. Nel centro formazione Italtherm, durante tutto l’anno, vengono organizzati corsi per l’installazione, la manutenzione e la riparazione dei prodotti, l’aggiornamento normativo e la riduzione dei consumi energetici. L’azienda prevede anche corsi multilingua rivolti agli installatori e ai centri di assistenza tecnica, che si concludono con l’emissione di attestati di partecipazione.

Inoltre, nel centro convegni e showroom vengono organizzate giornate di formazione tecnico – commerciale su tutti i prodotti e le soluzioni aziendali. È molto importante la formazione di installatori, manutentori e assistenza perché sono loro che si rapportano con il cliente finale e devono spiegare le possibilità di efficientamento in maniera semplice.

 

 

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