Orfeo, una rockstar a pezzi

di Francesco La Rosa

Orfeo ha perso per sempre il grande amore della sua vita, la dolcissima sposa Euridice, sperimentando quanto caro possa costare perdere quello spiraglio di fiducia che aveva faticosamente costruito conquistando Ade con le sue love songs.

Ma la storia non finisce qui. Andiamo con ordine, seppure andare con ordine si può, nel mondo caotico del mito, e scopriremo che il mito di Orfeo è assai più ampio e profondo di una semplice, ancorché bellissima, storia d’ amore, e che per diversi aspetti, Orfeo richiama Dioniso.

Sappiamo già che Orfeo proveniva dalla Tracia, dalle parti dell’odierna Bulgaria, porta di passaggio verso le gelide terre del Nord, verso le steppe, verso popoli che adoravano dèi diversi ed avevano credenze diverse ed anche un po’ misteriose, per non dire di peggio. Sappiamo che aveva imparato molte oscure cose nel suo apprendistato a Creta, presso gli Idei Dattili, un po’ come Batman nel monastero della Setta delle Ombre. Ma come c’era arrivato, Orfeo, dalla Tracia fino a Creta?

L’ unico modo è il mare, e pertanto Orfeo, seppure non santo, doveva almeno essere, oltre che poeta, anche navigatore. In effetti lo troviamo persino sulla famosissima nave Argo, quella sulla quale Giasone, alla ricerca del Vello d’ Oro, fece vela fino alla Colchide nientemeno, in fondo in fondo al Mar Nero, ai piedi del Caucaso, e chissà come c’ era finito, Orfeo sulla nave Argo.

Di certo però trovò il modo di rendersi utile. Durante la traversata la nave si trovò infatti a passare pericolosamente vicino all’ isola delle Sirene, ma ad Orfeo bastò prendere in mano la cetra e mettersi a cantare, e questa volta furono le Sirene a rimanere incantate ed indifese, ad agitare accendini davanti a tanta meraviglia. Ubi maior. Non è una forma originale di risk mitigation, questa?

Non solo le sirene rimasero incantate, per la verità, l’avventura in crociera non l’hanno inventata i Vanzina e pare che Orfeo avesse fatto colpo ed intrattenuto durante il viaggio un’affettuosa amicizia con un compagno di traversata, tale Koleos. Già.

Ora, ricorderete la dolente conclusione della storia di Euridice, risucchiata per sempre nel Tartaro, e la disperazione della nostra rockstar. «Nessuna donna mai prenderà il tuo posto», giurava Orfeo alla sua sposa oramai definitivamente cadavere, «mai più, per sempre».

Certo è che “nessuna donna” non è lo stesso che dire “nessuno”, del resto lo sappiamo che i Greci in certe faccende erano di vedute piuttosto larghe, pare che la cosiddetta “identità sessuale” sia un’invenzione molto più tarda.

Insomma, Koleos, il bel marinaio che stava sulla nave di Teseo. A volte ritornano.

Ora, riuscite ad immaginarvi questo sosia di Jim Morrison dedito ad amori omosex? Vi figurate la delusione delle fan davanti a un tale spreco di maschitudine? Avrebbero forse perdonato l’ambiguità, la fluidità di genere, come diciamo adesso, qualcosa tipo David Bowie. Ma l’esclusiva proprio no, quello era tradimento vero e proprio. Un voltafaccia.

Sempre, tra i fans, ci sono i moderati ed i cosiddetti “ultras”, come nel calcio. E se Orfeo era questa specie di rockstar che abbiamo descritto, la cosa che più si avvicinava ad un branco di “groupies” erano le Menadi. Seguaci di Dioniso, nelle occasioni delle feste s’inebriavano di vino e (presumo) non solo di quello, s’esaltavano, perdevano il controllo e tutti i freni inibitori.

Ai tempi moderni si sa che è diffusa e consolidata prassi per le rockstar, quella d’intrattenersi dopo il concerto con una rappresentanza qualificata delle suddette, disinibite “groupies”. Chi più chi meno, certo, i Gun’s & Roses magari un po’ più di Leonard Cohen, ma è giusto per dare un’idea.

Orfeo invece – niente.

Zero assoluto.

Mai più con una donna.

La gestione del cambiamento, ogni safety rockstar lo sa bene, è una faccenda assai complicata. La gente non è disposta a cambiare facilmente il proprio modo di pensare, e se il cambiamento è brusco e non adeguatamente preparato si rischia il rigetto, ne seppe qualcosa Bob Dylan quando impose una brutale svolta elettrica alla sua musica. Eresia! Giuda! Ecco.

Orfeo avrebbe forse dovuto mettersi a nudo, raccontare o cantare quello che gli era successo, spiegare la sua ferita, e allora, forse avrebbero capito. Ma Orfeo si dimostrò un tipo alla Dylan, per intenderci. Così è se vi pare, e pure se non vi pare, e le fan non la presero affatto bene.

Si sa che quando i sentimenti si surriscaldano, passare dall’ amore all’ odio è meno di un attimo. Le fan respinte dalla rockstar in cui avevano ciecamente creduto per anni s’incazzano di brutto, alcool e droga fanno il resto.

«Chi ti credi di essere, si può sapere? Forse non siamo abbastanza belle per te?». Lo circondano minacciose. «Noi che per anni non ci siamo perse un tuo concerto?»

Vista la mala parata, un gruppo di contadini che stava lì ad osservare la scena decide di dileguarsi all’istante. Restano, abbandonati, gli attrezzi. Falci, zappe, forconi. Le Menadi li raccolgono, il cerchio attorno ad Orfeo si stringe.

«Allora? Non parli più? Ti facciamo davvero così schifo?».

La prima vibra un colpo, poi è il macello.

In certi casi uccidere non basta, occorre fare a pezzi, è questa l’usanza delle Menadi, i pezzi vengono gettati in mare, e dietro ad essi la cetra fracassata. Sangue dappertutto.

Ma un mito non può finire così.

 

Message in a Bottle.

La testa di Orfeo traversa il mare, finisce arenata sulla spiaggia di Lesbo. Ironia della sorte? Ma no, Lesbo è anche l’isola dei poeti. Non ha più il corpo, non ha le mani, non ha la cetra, ma ancora canta, quella testa tagliata, canta, e fa profezie. Cose da pazzi, lo so, ma del resto, questo è un mito, no?

A Lesbo certe cose le capiscono al volo. Raccolgono la testa, la trattano con rispetto, la conservano in una grotta. L’ oracolo di Lesbo è nato.

Certo, in un mondo con tanti dèi è ben difficile riuscire a muoversi senza pestare i piedi a qualcuno. Ci sono regole da rispettare, codici di comportamento. Procedure e manuali operativi. Chi è il dio degli oracoli? Apollo. Eccolo.

Come si permette una stupida testa tagliata di fare oracoli senza la regolare autorizzazione? Chi l’ha fatto entrare? Ce l’ha, il permesso di lavoro? Ha seguito il corso di formazione? «Non succederà più», promette Orfeo, o ciò che ne resta. Da allora si limiterà a ricantare i suoi evergreen, come una vecchia rockstar passata di moda, vittima della sua cattiva gestione del cambiamento.

E le Menadi Tracie? Verranno punite, gli uomini le marchieranno a fuoco per vendicare il delitto, ed ecco perché in Tracia ancora adesso le donne usano tatuarsi, che orrore…

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