There is a light that never goes out

di Vito Schiavone

“Take me out tonight
Where there’s music and there’s people
And they’re young and alive”

Inizia così una delle canzoni, a mio modo di vedere, più romantiche degli anni ’80: “There is a light that never goes out” dei THE SMITHS, icona musicale britannica dell’epoca.

In un periodo pieno di eccentricità a livello musicale, la band sfodera un sound semplice, privo di contaminazioni elettroniche e in cui giganteggia la chitarra di Johnny Marr, leader del gruppo insieme al frontman Morrissey.

La musica è un mezzo eccezionale per veicolare emozioni e, al pari del gusto ed in particolare dell’olfatto, ha il potere di trasportarci indietro nel tempo, guidando la nostra memoria a rielaborare quelle medesime emozioni che abbiamo provato mentre, vivendo, le ascoltavamo per la prima volta.

Ascoltando questa canzone, mi basta chiudere gli occhi e già rivedo la ragazza che mi accompagnava in quel periodo, posso risentire nell’aria il suo odore, la sua voce, la freschezza della sua pelle e soprattutto il battito forte del mio cuore impazzito di gioia.

A volte provo nostalgia per quelle sensazioni che sono sostanzialmente figlie dell’età adolescenziale, quando ogni infatuazione diventa “l’amore, quello vero!”.

Beata gioventù, verrebbe da dire, tuttavia era anche un’età piena di dubbi, di timori, di insicurezze e, anche, di eccessi.

Ricordo un caro amico, deluso dall’essere stato abbandonato dalla sua “amata”, salire in auto scuro in volto per poi partire a folle velocità a scaricare adrenalina e frustrazioni sul Grande Raccordo Anulare di Roma; un altro rischiare di fratturarsi la mano a furia di prendere a pugni un muro per una sofferenza di cuore.

Quanta frenesia e quanta energia da scaricare, talvolta in maniera impropria, a rischio della propria e altrui salute e sicurezza.

Gli eccessi fanno parte di quel periodo di vita e tali situazioni sono spesso raccontate dai poeti contemporanei, quali sono tanti artisti della scena musicale mondiale, come The Smiths, ad esempio.

“And if a double-decker bus
Crashes into us
To die by your side
Is such a heavenly way to die”

Gran bella dichiarazione d’amore, pensai al primo ascolto, ed in breve mi innamorai di questa canzone tanto da citarla spesso al mio “più grande amore” di turno.

“And if a ten ton truck
Kills the both of us
To die by your side
Well, the pleasure, the privilege is mine”

Crescendo con il tempo ho capito, come tutti del resto, che nulla può essere più gratificante della vita stessa e che mai e poi mai avrei voluto avere il piacere di morire tragicamente, seppur accanto alla mia amata.

La musica ci ispira, ci aiuta a guardarci dentro e ci emoziona grazie a potenti metafore che restano a lungo nella nostra memoria e che ci aiutano a ricostruire il nostro passato.

Con il passare degli anni molte di queste emozioni perdono i loro colori più intensi, ma restano comunque vive seppur sopite dentro la nostra anima: i nostri sentimenti, i nostri valori sono sempre presenti, poiché noi stessi siamo il frutto del nostro passato e delle nostre esperienze, nel riverbero di una luce che non si spegnerà mai.

“There is a light that never goes out”

Anche se il cuore non ci batte più all’impazzata, il poter tornare a casa tutte le sere e ripararsi al calore dei nostri affetti, può davvero definirsi il nostro piacere ed il nostro privilegio.

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