Pulp Olimpo

di Francesco La Rosa

Il mito greco non ci andava leggero quando si trattava di descrivere il mondo degli dèi, le divinità dell’Olimpo erano una proiezione potenziata all’ infinito dell’essere umano come esso è, in tutti i suoi aspetti, non una semplice idealizzazione. Oltre ad essere bellissimi ed immortali, questi dei potevano dunque essere infinitamente traditori e gelosi, infidi e malvagi, collerici ed irrazionali fino alla psicopatia criminale. Uomini potenziati, più simili a supereroi che a santi. Senza limiti.

Il mitico re fondatore di Tebe era Cadmo, capostipite di una sciagurata dinastia a cui apparterranno eroi tragici quali Edipo ed Antigone. Cadmo aveva sposato la bellissima figlia di due dei, il dio della guerra Ares e la dea della bellezza Afrodite. Figlia illegittima, neanche a dirlo, visto che Afrodite era l’assai irrequieta consorte dello sciancato Efesto. Che poi il frutto del connubio fra Bellezza e Guerra si chiamasse Armonia, mi pare si commenti da sé.

Cadmo ed Armonia, dunque, si sposano, e generano secondo le usanze dell’epoca, una selva di figli, tra cui appunto la bella Semele.

Su Semele mette gli occhi Zeus, fatto non particolarmente inconsueto per lui, da autentico erotomane. Ne fa presto la sua amante segreta. Segreta poi per modo di dire, un po’ l’ingenua Semele non resiste alla tentazione di vantarsi di un così altolocato interessamento, un po’ gli dèi hanno pur sempre i superpoteri, fatto sta che l’occhiuta e cornutissima Era, moglie legittima e giustamente sospettosa di Zeus, non tarda a mangiare la foglia e meditare tremenda vendetta.

Non nei confronti del marito, naturalmente, troppo potente ed incazzoso per poter mettere in piazza certi argomenti. Forte coi deboli e debole coi forti, Era se la prende con Semele.

Sotto le mentite spoglie di un’amabile vecchina (avete presente Biancaneve?) e con discorsi a mezza voce convince Semele che questo divino amante in realtà, con lei, è per così dire un amante a metà, difatti non si è mai mostrato per intero in tutta la sua folgorante bellezza come fa a casa con la sposa legittima, forse di un’ amante mortale si vergogna un po’, chi lo sa, certo che a lei Semele non ha del tutto concesso ciò a cui avrebbe diritto una vera amante.

Semele da parte sua si era forse montata un po’ la testa, convinta di poter bruciare le tappe, con un simile sponsor alle spalle, diventare lei stessa una dea o poco meno, insomma, se il grande Zeus è venuto a cercare proprio lei invece di guardarsi intorno nell’Olimpo ci sarà pure un motivo, no?

Vanità, ambizione, eccesso di fiducia in sé, sono pessime consigliere, e portano a tentare scorciatoie assai pericolose. A voler bruciare le tappe si può rimanere scottati, soprattutto quando manca un’adeguata esperienza, ogni safety rockstar ne è consapevole.

Insomma, a farla breve, Semele casca in pieno nella trappola di Era, decide di fare il passo più lungo della gamba e con femminile furbizia approfitta del primo momento di intimità per estorcere a Zeus la promessa di esaudire un suo desiderio.

«Sì, sì, certo, nessun problema, avrai tutto quello che vuoi» borbotta il dio mentre continua a trafficare sotto il peplo della ragazza.

«Allora mostrati come veramente sei».

Zeus si ferma, paralizzato, capisce tutto in un attimo.
Tenta di resistere: «No, guarda, non è che non voglio, ma si tratta di una faccenda pericolosa, serve un’ analisi dei rischi, il corso di formazione, bisogna predisporre un piano di emergenza, dovresti indossare i DPI, la tuta ignifuga, la maschera di saldatura, ci sono i rischi da esposizione, insomma non è una faccenda da sottovalutare», ma è troppo tardi, la trappola è scattata, parola di Zeus non può tornare indietro, né promessa divina restare inevasa, dove andremmo a finire. La Necessità è più forte anche degli dèi e ciò che deve accadere accade.

Suo malgrado si mostra dunque in pompa magna, cocchio, armi, tuoni e fulmini a Semele, che ne resta folgorata, nel senso proprio, incenerita, sul colpo, all’ istante. Era fa la ola.

Ecco, giusto per dire come vanno le cose da che mondo è mondo, citiamo come inciso che il commento affettuoso delle sorelle di Semele alla tragica fine di lei fu che, insomma, forse non era proprio vero quello di cui Semele andava vantandosi in giro, figurati che ci poteva trovare Zeus in quella sciacquetta, chissà in realtà con chi se la faceva, anzi, viene quasi da pensare che Zeus l’ abbia fulminata proprio per punirla di averlo tirato in ballo a sproposito, con gli dei non si scherza.

Insomma, quasi quasi erano meglio le sorellastre di Cenerentola.

Ma la storia non finisce qui.

Semele al momento della morte era incinta, Zeus si mette a rovistare tra i pezzi fumanti di carne carbonizzata, trova il feto, lo raccoglie, si pratica un taglio lungo la coscia, ce lo infila dentro, ricuce e porta a termine lui stesso la gravidanza.

Prima Atena dalla testa, poi Dioniso dalla coscia, di certo Zeus non pare avere le idee chiarissime su come nascono i bambini. Sorvoliamo.

È questa l’origine di Dioniso, dio morto prima ancora di nascere, nato due volte. O forse tre, come vedremo.

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2 commenti

Lucio Mucciariello 9 Novembre 2020 - 14:25

Fantastico!!!

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Francesco La Rosa 9 Novembre 2020 - 15:11

Grazie Lucio!

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