Prevenzione ed educazione

di Daniele Russo

Gli infortuni mortali accaduti in Italia nelle settimane scorse hanno risvegliato nuovamente il tema della Sicurezza nella coscienza di tutti. Questo tema dovrebbe essere sempre vivo e godere della massima attenzione da parte delle Istituzioni, delle aziende e di noi tutti, ma sfortunatamente vive dei momenti di quiescenza, quasi di “attenzione distratta”, per poi balzare improvvisamente all’attenzione dell’opinione pubblica nel momento in cui vengono ad accadere nuovi e ripetuti infortuni mortali. E tutti ci sentiamo indignati per quanto è accaduto e restiamo sgomenti davanti alla superficialità riscontrata nella gestione della sicurezza che traspare dal racconto di questi avvenimenti. Una superficialità spesso adottata a vari livelli, da parte degli stessi soggetti coinvolti nell’evento, da parte di quelli che dovevano sorvegliare affinché questo non accadesse e da parte di coloro che dovevano pensare, ideare, progettare e programmare il lavoro con lo scopo di prevenire l’insorgenza di tali eventi. E queste morti inutili ed incomprensibili, in quanto evitabili, rafforzano la nostra rabbia e generano frustrazione dovuta all’incapacità delle Istituzioni di fermare questi tragici eventi. Si infiammano gli animi, si alzano proclami: “ma come è possibile!”, “è una vergogna!”, “non si risparmia sulla vita dei lavoratori!”. Quindi, sull’onda emotiva le Istituzioni mettono in atto interventi che purtroppo si rifanno sempre alla logica della punizione quale deterrente per chi fa impresa.

Ma queste misure sono efficaci per prevenire gli infortuni?
L’esperienza ci ha insegnato che la sola applicazione di misure sanzionatorie e punitive non porta a risultati duraturi. Da qui la necessità di attuare un “cambio di passo”.

Sono convinto che le basi per creare la “coscienza del rischio” nelle persone siano l’informazione e la formazione e che per fare “prevenzione della sicurezza” occorra “educare le persone” ed in particolar modo le nuove generazioni.

Anche la comunicazione gioca un ruolo strategico nel processo di cambiamento, pertanto per ottenere i risultati sperati sarebbe auspicabile secondo il mio pensiero che venisse istituito un piano nazionale di comunicazione della sicurezza e di educazione alla sicurezza nelle aziende e nelle scuole.

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