Il compito di vivere

di Stefano Pancari
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Cosa significa per te alzare gli occhi al cielo? C’è chi lo fa per riflesso mentre sta imprecando dentro di sé, c’è chi si appella per risolvere cose che noi umani terrestri non sappiamo affrontare. C’è chi guarda il cielo per ammirare le stelle, c’è chi lo fa per timore dei razzi di una guerra e c’è chi rivolge gli occhi al cielo per connettersi a una persona cara che non c’è più.

A quest’ultimo momento, Bryan Molko ha pensato quando ha scritto Happy birthday in the sky, quarto singolo che preannuncia il nuovo attesissimo album dei Placebo, Never Let me go. Sono passati ben nove anni dall’ultimo album in studio, Loud like love, e sette anni dall’unplugged tanto bello quanto l’imbarazzo dell’eclettico cantante belga.

Qui l’album dei Placebo nella playlist di Ccarre su Spotify.

I Placebo ci hanno abituati a emozioni dense come la vernice che, attraverso i loro testi e sonorità, ci tingono ogni giorno. Emozioni, spesso di un uomo disilluso e ferito dalla vita, ma al tempo stesso innamorato come non mai della stessa. Con Happy birthday in the sky ci fanno raggiungere lo stesso stato emotivo. Una ballata che parte con sonorità morbide e il canto di una persona che alza gli occhi al cielo per augurare un buon compleanno a chi di caro non c’è più, a chi è volato via con un soffio di vento. Molko si rifugia nelle sue “medicine”, ricorrenti nei suoi testi quando combatte con le sue emozioni negative.

La ripresa del brano oltre la metà è un turbinio straziante di chitarre distorte, sintetizzatori, voci che urlano I’m calling you e credo che non ci sarebbe stato miglior modo per far vivere quell’emozione di tristezza, disperazione e lancinante di un distacco da qualcuno che occupa un pezzo del tuo cuore.

Questo è quello che resta quando per una disattenzione, una sopravvalutazione, una leggerezza non torniamo più a casa. Resta la solitudine di chi solleva gli occhi al cielo alla ricerca di quel che non c’è più. La responsabilità di vivere non è solo su noi stessi, ma su coloro che grazie alla nostra esistenza si sentono protetti e amati.

In un momento storico in cui migliaia di persone sono costrette a rivolgere gli occhi al cielo abbiamo il compito di tornare a casa. Sempre.

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