Sicurezza e lucidità

di Daniele Russo

Giorni fa ho rivisto in TV, credo per la quarta volta, il film TITANIC, quello con Leonardo di Caprio e Kate Winslet. Il film narra dell’affondamento della nave più grande mai costruita fino ad allora e della storia d’amore passionale quanto surreale e tragica dei due protagonisti.
Il regista James Cameron con grande maestria mostra le divisioni sociali presenti all’epoca, sottolinea le contraddizioni, le frivolezze e le debolezze dei personaggi mettendo in risalto l’imprevedibile e bizzarra natura umana, che in definitiva è la vera causa della tragedia.

Analizziamo quali sono stati i comportamenti che hanno determinato l’affondamento del Titanic:

1. La nave aveva la fama di essere inaffondabile. Questa convinzione era radicata nella mente delle persone poiché rafforzata da una forte campagna pubblicitaria.
2. Il progettista della nave, pur sapendo che questa non era affatto inaffondabile, aveva ceduto alle pressioni dell’armatore e per ragioni estetiche aveva deliberatamente eliminato la metà delle scialuppe nella convinzione che questa mai sarebbe affondata.
3. Il responsabile della compagnia di trasporto voleva battere il record di tempo della traversata oceanica in modo da finire sulla prima pagina dei giornali di NY. Pertanto, ha fatto pressioni al comandante per accendere tutte le caldaie e procedere alla velocità massima.
4. Il comandante ha ceduto alla pressione del responsabile della compagnia poiché voleva chiudere in bellezza il suo ultimo viaggio prima del pensionamento.
5. L’equipaggio non conosceva i pericoli legati alla presenza di ICEBERG in mare. Quella notte gli addetti al turno di vedetta erano privi di esperienza, pertanto hanno prestato scarsa attenzione nel loro lavoro sottovalutando le conseguenze.
6. L’equipaggio non aveva strumenti adeguati per l’avvistamento. Semplicemente non trovavano più i binocoli necessari per l’avvistamento dell’ICEBERG ad una distanza di sicurezza e non si preoccuparono di cercarli.
7. Il comandante e l’ufficiale in seconda avevano sottovalutato la stazza, l’inerzia e la lentezza di sterzata della nave. Era la prima volta che conducevano un nave così grande, infatti era la nave più grande mai costruita.
8. Sono state ignorate ripetutamente le segnalazioni di presenza di ICEBERG pervenute via telegrafo. Erano convinti, infatti, di poter sterzare in tempo in caso di avvistamento.
9. Il progettista della nave, l’armatore, il responsabile della compagnia dei trasporti, il comandante ed i membri dell’equipaggio hanno tutti commesso un imperdonabile errore di valutazione del rischio.

Si è trattato di errori di giudizio, decisionali e di comportamento determinati dal fatto che la ragione era stata offuscata dall’entusiasmo, dall’ebbrezza della impresa, dalla ignoranza, ma anche dal potere e dall’ambizione. Ha prevalso l’interesse personale rispetto a quello collettivo poiché il pensiero di coloro che dovevano badare alla sicurezza di tutti era offuscato dalla brama di successo personale e dalla assoluta convinzione della inaffondabilità della nave.

Simili errori possono accadere anche oggi?
Purtroppo sì. Le vicende del Vajont, di Cernobil, ma anche della ThyssenKrupp di Torino e della funivia del Mottarone dimostrano che analoghi errori di giudizio, decisionali e comportamentali possono ancora accadere e generare tragedie. Ma di esempi ce ne sono sicuramente molti altri.

Anche la vicenda del Titanic può quindi insegnarci qualcosa: per garantire la sicurezza bisogna mantenere lucidità ed obiettività, bisogna essere liberi da condizionamenti e da bias cognitivi.

Mai dimenticare, inoltre, che la sicurezza permette di PRESERVARE LA VITA delle persone e questo deve essere un nostro dovere in ogni circostanza.

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1 commento

Anna 5 Gennaio 2022 - 13:52

Fantastica riflessione Daniele!

Complimenti!

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