Rischiare sempre

di Daniele Andrea Bilanzuoli
Rischiare sempre

In due giorni si è materializzato l’incubo dell’amante di concerti: prima il gruppo spalla (se gli Europe si posso definire tali) deve fermarsi perché il tastierista ha riscontrato il Covid, poi il gruppo principale, i Whitesnake abdicano l’Alcatraz di Milano per problemi alla gola di Mr. Coverdale dopo che cinque giorni prima il promoter spagnolo diffondeva la notizia dell’annullamento della data per seri problemi fisici al batterista, poi smentiti dalla stessa band (non vorrei essere nei panni di quel promoter!).

Insomma era destino. Ma, parole loro, torneranno organizzando una nuova data per quello che è il tour di addio degli headliner.

Mi ha sorpreso come nei comunicati dopo l’amarezza per non poter dilettare i loro amati fan con performance che fino ad oggi rimanevano su livelli fotonici (seguo su Instagram i gruppi musicali e comunico con loro essendo sempre disponibili) la chiarezza nell’affermare la sicurezza della propria famiglia (intesa come la band stessa) una ricchezza che debba essere tutelata al di là dell’amarezza per la cancellazione dell’esibizione.

Aver sfiorato o toccato una posizione medica sfavorevole deve far riflettere in maniera matura e razionale… e non stiamo parlando di persone che condividono ogni giorno uno spazio comune, la strada!

Cosa spinge una persona alla guida ad anteporre le propria percezione in quanto scelta soggettiva ed egoista agli altri, cosa la spinge a non badare a quei fortunati eventi che ti fanno sudare improvvisamente carichi di adrenalina per dirti “mamma mia che fortuna, sarebbe bastato […] per fare un incidente”.

Da un interessante spunto dell’amica Marianna Martini, che regolarmente analizza la situazione e trae spunti di riflessione per SicurAUTO, chi sbaglia o ci va vicino non sembra intenzionato a comprendere per migliorare il proprio comportamento.

I Near miss servono a evolversi verso una maggior comprensione della situazione che con sfacciata fortuna ci permette di raccontarlo. Al contrario, agli automobilisti sembra dare forza e vigore per continuare a infischiarsene e diventare uno stile di vita, una scelta dettata dalla fortuna, un essere super partes, intoccabili e benedetti dal Fato.

Ben un terzo, e lo voglio scrivere meglio, un terzo è recidivo: stiamo scherzando?

Cosa abbiamo fatto fino ad ora come enti di formazione e certificazione delle “capacità di ragionare e interagire” negli spazi comuni?

Niente e mi riferisco alla autoscuole da una parte. Io ne faccio parte e ancora si da la patente in sei misere ore (già che le sei ore di guide certificate sono diventate le ore obbligatorie minime). In passato si sono regalate le patenti in collusione con una motorizzazione ignara della sua importanza valutativa.

La vita, dicevano, ti formerà e così abbiamo il 90% delle persone che non sanno ragionare al di fuori del proprio imprinting caratteriale, sbagliano continuamente mettendo in pericolo altri utenti costantemente e per giunta, da pedagogista questo punto mi fa incazzare, educando i figli ad atteggiamenti indecenti magari con orgoglio personale da buzzurri del bar sotto casa.

La guida è un compito complesso?

Ebbene sì sono pochissimi quelli che hanno abilità personali, sensibilità e formazione adeguata per condurre decentemente un veicolo senza cadere nella noia. Come scrive Marianna “[..] fermarsi e capire [..]” chi lo fa ogni giorno nella propria vita senza etichettare come inutile il tentativo di attivare sinapsi e diventare più intelligenti?

Mentre ascolto i canadesi Striker per il prossimo concerto che si terrà in quel di Bergamo il 22 luglio che fondono trash, power e melodic con cori ariosi in maniera intelligente, penso che siamo noi a non aver capito che vanno potenziati i mezzi pubblici.

Le persone non sono fatte sia per correre che guidare, vivremmo meglio e io sarei il primo ad usufruirne. Meno spese inutili per la famiglia per un servizio in costante perdita dall’acquisto che al quinto anno raggiunge il suo apogeo, meno stress per tutti i conducenti.

Certo, meno materialismo significherebbe meno controllo delle persone, perché dietro alle morti gravita un business atroce… fin dall’acquisto della vettura… anzi fin dalla formazione che latita da almeno 50 anni e che sembra irrecuperabile.

Fonte SicurAUTO.

 

 

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