PIT AREA’S VOICES #08 – Marzia De Lorenzis e Sara Righetti, Formazione e Coaching

di Rock'n'safe
pit area’s voices

Ciao safety rockers! Sciogliamo subito il ghiaccio, chi siete e in cosa consiste il vostro progetto?

Ci chiamiamo Marzia De Lorenzis e Sara Righetti, siamo entrambe ingegnere, ed entrambe ci occupiamo di formazione e coaching per la #sicurezzasullavoro.

Ci siamo conosciute “sul campo” come coach per la sicurezza e abbiamo scoperto che, oltre a condividere il percorso formativo di ingegnere che hanno deciso di arricchire il proprio bagaglio tecnico con le soft skill, entrambe ne abbiamo fatto il nostro mestiere. Oggi facciamo squadra e lavoriamo insieme per la cultura della sicurezza nelle Aziende e per il benessere dei lavoratori. Integrare i nostri talenti e le nostre attitudini ci permette di sviluppare progetti strutturati ad hoc sui bisogni delle Aziende che vogliono migliorare il proprio livello di sicurezza con strategie nuove, centrate sulle persone.

Unire le nostre competenze (dal coaching al public speaking) per metterle al servizio dei professionisti che decidono di frequentare i nostri percorsi formativi ci consente di perseguire la nostra mission: diffondere le soft skill e il coaching nel mondo della sicurezza sul lavoro.

 

Come vi siete avvicinate a questo lavoro e cosa vi ha fatto capire che questo è il lavoro giusto per voi? 

MARZIA: sono un’ingegnera strutturista e ho iniziato la mia carriera lavorativa come progettista, mi sono avvicinata al mondo della sicurezza e della formazione per caso, avendo iniziato a collaborare con uno studio che forniva questo genere di consulenze. Il coaching ha dato la forma definitiva alla mia professionalità, ed ora amo definire il mio cambiamento da “costruttrice di edifici” a “costruttrice di persone”. Lo sviluppo della #culturadellasicurezza nelle organizzazioni è la mia missione quotidiana, che porto avanti con tenacia e passione mettendo le persone al centro e lavorando sulla sicurezza come valore e non solo come obbligo legislativo!

SARA: nasco come ingegnere chimico e ho iniziato a lavorare subito nel mondo della sicurezza sul lavoro. Mi ha sempre appassionato formare e coinvolgere le persone e soprattutto fare in modo che tutti i presenti uscissero dai miei corsi entusiasti e con la voglia di mettere in atto quello che avevano appreso, per questa ragione mi sono avvicinata alla PNL e sono diventata un coach professionista in comunicazione efficace e public speaking, oltre che in sicurezza sul lavoro.

Il progetto #Softskillperlasicurezza rappresenta l’essenza del nostro ‘essere’ lavorativo: portare valore alle persone, attraverso l’unione di tutte le nostre competenze ed esperienze, così diverse ma così allineate, al fine di migliorare la vita personale e professionale delle persone.

 

Nel corso della vostra carriera, qual è stato l’episodio che ricordate con più piacere e quale con meno?

SARA: Ricordo con grande piacere quando, tanti anni fa, da giovanissima formatrice, un lavoratore anziano vicino alla pensione, alla fine di un corso mi disse: ‘le devo fare i miei complimenti, di corsi ne ho fatti tanti, di solito mi addormentavo, invece l’ho ascoltata con interesse dall’inizio alla fine e mi sono pure divertito. Applicherò sicuramente tutto quello che mi ha fatto capire oggi’.

Con meno piacere ricordo quando una grossa azienda mi impose di fare formazione ai propri lavoratori leggendo le mille mila slide fitte di parole fornitemi dal loro RSPP. E mi rifiutai.

MARZIA: Un evento che ricordo con grande piacere e che mi porto nel cuore è, da giovanissima progettista in procinto di fare un salto di carriera, il saluto che mi fece il mio capo di allora scrivendomi una mail di incoraggiamento perché gli confidai di essere un po’ intimorita dalla nuova sfida lavorativa. Mi scrisse: “Se impari ad ascoltare puoi fare quello che vuoi”. È stato per me il primo seme delle soft skill e il primo passo della mia crescita personale.

Con scarso piacere ricordo una richiesta di preventivo da parte di un Datore di Lavoro/R.S.P.P. di un’azienda a rischio alto per una consulenza continuativa. Ho richiesto un colloquio di conoscenza della persona e dell’Azienda, durante il quale ad un certo punto mi è stato detto: “Signorina [e già qui… n.d.r.], lei sta andando troppo oltre! A me serve solo una persona che mi faccia i documenti che sono necessari per non prendere sanzioni!” Ora mi sentite parlare della #sicurezzacomevalore, inutile dire com’è andata a finire con questo “signore”…

 

Avete mai dovuto affrontare un grave infortunio di un collega? Raccontateci la vostra personale esperienza.

SARA: ho dovuto affrontare un infortunio di un lavoratore di una mia azienda, che alla fine per fortuna non si è rivelato grave, ma i primi giorni ci ha fatto prendere un bello spavento.

Quello che è accaduto mi ha insegnato per l’ennesima volta quanto dal punto di vista della sicurezza sia fondamentale curare ogni dettaglio e non dare mai mai mai nulla per scontato. E anche, in questo caso specifico, quanto la comunicazione efficace di procedure e lo scambio di informazioni e la formazione siano determinanti nel mondo della sicurezza sul lavoro… e possono fare la differenza, tra la vita e la morte, tra il vivere in salute e in serenità e il sopravvivere.

MARZIA: fortunatamente non ho mai dovuto affrontare l’infortunio di un collega. Recentemente però ho dovuto affrontare un mio infortunio, ovvero la frattura del malleolo a causa di una caduta, peraltro avvenuta durante un periodo di vacanza. La frattura ha richiesto un intervento di osteosintesi e un lungo periodo di immobilità: oggi posso dire di essermi ripresa ma non posso certo dire di essere al 100% (questo ve lo dirò quando tornerò a correre). Questo evento mi ha fatto riflettere su quanto sia fondamentale lavorare sulla #sicurezzacomevalore assoluto, trasmettendo alle persone l’importanza della salvaguardia della nostra salute e della nostra vita sempre: ne abbiamo una sola! E se mi rompo una caviglia (nella migliore delle ipotesi), che sia al lavoro o che sia in vacanza, sono sempre io a perderci per prima!!

 

Quali sono le soft skills che un/una professionista del mondo della salute e sicurezza sul lavoro deve assolutamente avere?

Tutte! 😊

 SARA: sicuramente saper comunicare efficacemente è una soft skill che tutti i professionisti devono avere, in particolare nel mondo della sicurezza sul lavoro.  E sia da formatori che da professionisti, in questo settore, saper parlare in pubblico è fondamentale, perché avere l’abilità di fare arrivare con efficacia il proprio messaggio a chi ci ascolta, che sia una persona o un gruppo o una sala piena, senza limitarsi a ripetere le lezioncina, può far davvero la differenza.

 MARZIA: per me una soft skill fondamentale è l’ascolto attivo: troppo spesso molti aspetti di sicurezza si danno per scontati in quanto “obbligatori”, ma è fondamentale che alle persone sia lasciato spazio attraverso l’ascolto, la comprensione e il feedback. Inoltre, penso che l’empatia possa migliorare le relazioni, per condurre ad una vera cultura della sicurezza, che non può basarsi solo su regole, controlli e sanzioni.

 

Proprio grazie a queste nostre convinzioni e grazie alle nostre esperienze è nato il progetto #softskillperlasicurezza. Siamo convinte che portare le soft skill nel mondo dei professionisti della sicurezza sul lavoro faccia la differenza, aiuti a coltivare una vera cultura della sicurezza a tutti i livelli, fondata sulla consapevolezza delle persone e su una leadership basata sull’ascolto, sull’empatia, sull’esempio.

 

Cosa vi aspettate nel futuro della salute e sicurezza sul lavoro? Pensate che le nuove generazioni siano più attente a queste tematiche?

SARA: Mi aspetto che si lavori tutti insieme con un unico grande obiettivo: che i lavoratori, i preposti e tutte le figure cardine in azienda aumentino la consapevolezza dell’importanza del proprio #benesserepsicofisico. Solo quando stare bene e sentirsi bene diventerà più importante del fare in fretta, del produrre più velocemente, del ‘tanto a me non mi è mai successo niente’, potremo davvero dire di aver dato un senso a tutto il nostro prezioso lavoro. E per fare questo, mi aspetto professionisti sempre più empatici, con sempre più abilità e la voglia di crescere come persone e come professionisti e l’obiettivo di portare valore alle persone e alle Aziende.

Sono convinta che le nuove generazioni siano più attente, perché, per fortuna, anche le modalità di fare formazione stanno cambiano e le soft skill stanno entrando finalmente anche nel mondo della sicurezza sul lavoro.

MARZIA: Mi aspetto un futuro in cui la sicurezza sarà un valore universale condiviso da tutti. Dove non ci sarà bisogno di “inasprire i controlli e le sanzioni” ma solo di lavorare sulla consapevolezza delle persone. Ogni giorno lavoro per questo. Ci credo profondamente.

E sì… Certamente penso che le nuove generazioni siano molto più attente a questi temi: i giovani lavorano per vivere, non vivono per lavorare! Questo fa sì che la sicurezza sia già un valore importante per loro! Con i più giovani dobbiamo solo imparare a relazionarci nel modo corretto e con strumenti adeguati, perché questo loro grande valore non cada vittima delle trappole di una comunicazione vetusta e imbalsamata… (qualcuno ha detto: “soft skill”?…)

 

Per concludere, quale consiglio dareste a un/una giovane che si avvicina a questa professione?

La nostra è una professione impegnativa ma ricca di soddisfazioni.

Grazie al tuo lavoro puoi fare la #differenza nella vita delle persone. Il tuo ruolo è far capire loro che la sicurezza è un valore universale, in virtù del quale si tutela il proprio benessere sul lavoro così come nella vita privata. Quando riesci a farlo la soddisfazione è enorme e l’effetto è straordinario.

Questo richiede certamente preparazione e competenze tecniche, ma soprattutto fiducia in se stessi e negli altri… e soft skill!

 

 

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