Missing you

di Paolo Zambianchi
missing you

(si consiglia la lettura di questo articolo ascoltando la canzone MISSING YOU di John Waite)

 

Massimo sta percorrendo gli ultimi chilometri che lo separano dalla sua famiglia. Sta rientrando da un turno intenso. Forse il primo che rappresenta un pieno rientro alla normalità.

Massimo ripensa a quel biglietto che suo figlio Carlo gli aveva infilato nel taschino solo qualche mese prima.

” Every time I think of you (ogni volta che penso a te)”

Era un bellissimo messaggio d’amore, ma era anche l’autorizzazione a lasciare per qualche tempo la famiglia, per dedicarsi a un’emergenza, per la quale serviva il contributo di tutti, specie dei medici.

“Un’emergenza che ora sembra del tutto dimenticata”, riflette Massimo mentre passa accanto a ragazzi che consumano insieme l’aperitivo abbracciandosi e ridendo.

“Forse è giusto così”, chiosa.

Ma certo per lui resta difficile dimenticare tutto quanto accaduto.

Resta difficile dimenticare quel giorno in cui vide entrare in corsia Mattia, 17 anni, proprio un’età simile a quella di quei ragazzi che si stanno abbracciando e sorridendo a pochi metri dalla sua auto.

Anche la storia di Mattia è legata a un messaggio che però in questo caso lui aveva mandato, essendo figlio, a sua madre, anziché a suo padre.

Un messaggio di speranza, che grazie all’operato di Massimo, ha potuto avverarsi.

Anche se non fu felice, per lungo tempo Massimo trattene il respiro

“I always catch my breath (trattengo sempre il respiro)”

Prima in senso figurato, in quelle corsie di ospedale, al capezzale di Mattia e di tanti altri.

Poi in senso fisico

“And I’m still standing here (e io sono ancora qui)”

Quando anche lui si ammalò, rischiando di morire.

“And you’re miles away (e tu sei lontano miglia)”

Molte miglia lontano da suo figlio Carlo.

Ora tra pochi minuti potrà riabbracciarlo, come da alcune settimane.

Ma non riesce a dimenticare ciò che è capitato.

 

E forse non dovremmo neanche noi, perché se dimentichiamo tutto ciò che abbiamo passato, allora non avremo imparato nulla e sarà stato tempo perso.

 

Se non conosceste la storia e volete scoprire cosa scrisse Carlo a suo padre Massimo e chi era Mattia, eccovi un articolo: https://www.corriere.it/cronache/22_gennaio_20/chirurgo-che-salvo-vita-mattia-torno-un-anno-long-covid-2f64ae44-7a25-11ec-8e5a-46f0afadec3f.shtml

 

 

Visita l’intera rubrica Hse on stage!

Iscriviti alla community di rock’n’safe per ricevere contenuti esclusivi e inviti speciali ai nostri eventi!

Potrebbe interessarti

Lascia un commento

28 MAGGIO | 9.00 – 18.00

MILANO

UNAHOTELS EXPO FIERA