B-SIDE #09 – Cristiano Godano, cantautore, chitarrista e cantante dei Marlene Kuntz

di Rock'n'safe
Ospite di Stefano Pancari oggi a B-SIDE: Cristiano Godano, cantautore, chitarrista e cantante dei Marlene Kuntz, che ci presenta il suo album da solista “Mi ero perso il cuore”

Cosa ti ha spinto a comporre un album da solista?

Capita spesso che i cantanti rock facciano un disco da soli. Credo sia un desiderio di sentire le canzoni così come le avevi pensate. Portando un brano dentro una band accetti l’esperienza democratica che modifica il pezzo, va bene così. Ma dopo dieci anni di dischi c’è anche un desiderio diverso.

Cosa pensi del mondo della discografica oggi, nell’era dello streaming?

I dischi si fanno ancora, ma non so per quanto. I giovani sono settati in maniera molto diversa. La nostra generazione si porta dietro un altro contesto. Un disco oggi ha senso soprattutto se lo colleghi a un tour. I dischi si fanno per andare a suonare dal vivo, soprattutto sei non fai musica mainstream.

Cosa provi nei live? Porterai il tuo disco in tour?

Come ho detto un disco ha la sua ragione d’essere nei tour, nei live. Purtroppo il COVID ha frenato i miei progetti, ma sicuramente farò un tour. Anni fa dissi che sul palco sono me stesso all’ennesima potenza. Viene fuori senza alcun freno inibitore tutto ciò che io posso potenzialmente essere. Coi Marlene abbiamo fatto più di 1700 concerti, ma l’energia della musica che produci in quel momento e la sinergia col pubblico ti fanno vivere l’esperienza come se fosse una delle prime volte.

“Mi ero perso il cuore”. Cosa significa?

Ho trovato una linea di narrazione nel disco, contrapponendo il cuore ritrovato alla mente. Sono irretito e affascinato dalla mente umana, ma nel disco si racconta la prevaricazione della mente. L’ossessione, il rimpianto del passato e il timore del futuro non ti fanno vivere il presente. Mi ero perso il cuore vuol dire aver dimenticato di dare importanza alle emozioni non filtrate dall’intelletto. La cifra caratteristica del disco è l’intensità, un sentimento vulnerabile, fragile.

La creatività nasce però da un equilibrio tra cuore e mente!

Esattamente! Nell’immaginario che si crea dell’ artista, si ha l’idea del genio e sregolatezza. In realtà tutte le grandi opere d’arte hanno una componente tecnica di raziocino. La testa plasma lo slancio, dà forma all’opera. La componente mentale ha la sua importanza, è appunto tutto questione di equilibri.

Articolo e postproduzione video di Graziano Ventroni

 

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