Apri gli occhi

di Emanuele Mingolini

Queste mie parole voglio che non siano solo una riflessione a voce alta.

Cosa spinge una persona a non reagire di fronte a una situazione anomala e potenzialmente rischiosa?

Il primo pensiero che mi viene in mente, evitando di essere maligno, è che la maggior parte delle persone non hanno una conoscenza e una sensibilità tale da individuare una situazione pericolosa.

Tutto sommato, se fosse veramente così, si potrebbero anche perdonare dandoli una pacca sulla spalla e rassicurandoli sul fatto che non è colpa loro e che non era facile da capire.

Ma quando accade in un contesto organizzato, dove esistono persone che lavorano in modo proattivo per diffondere la cultura della sicurezza, al posto di una pacca forse sarebbe il caso di usare un badile!

Ovviamente si scherza, perché la violenza non è mai la risposta giusta. Ma io voglio chiederti una cosa, proprio a te che cammini girandoti dall’altra parte, cosa ti sarebbe costato comunicare quell’anomalia, quella strana, quella cosa che non era lì o che è diversa da ieri?

Dovrebbe passare  forte il concetto che la sicurezza sul lavoro la si fa tutti insieme, partecipando proattivamente alla vita quotidiana di un’azienda e non nascondersi dietro a un dito, accusando subito le figure preposte di non fare niente.

Quando piove, aprite l’ombrello che vi è stato dato o aspettate che vi costruiscano una tettoia sopra la testa?

E per citare i Disturbed in “Open your eyes”:

You’re paralyzed with your disguise, You feed on the lies that they tell you, Got to break away from the numbing pain, So calm to the rage that’s inside you, You’re hypnotized, demoralized, You’ll need every lie that they sell you, Stop channelling, whatever will remains

To sort from what’s fiction and what is dream, Open your eyes!

 

Leggi anche il precedente articolo di Emanuele Mingolini!

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