La sicurezza non produce!

di Rock'n'safe
La sicurezza non produce!

Era un lunedì di quelli pesanti, quelli che iniziavano con una riunione e finivano con un mal di testa. Ero nell’ufficio del titolare per discutere dell’adeguamento dei macchinari di taglio.
Un intervento urgente, segnalato ormai da settimane. Serviva una protezione supplementare, una modifica che non era più rinviabile.

Lui era seduto alla scrivania, con l’espressione di chi considera quella mezz’ora sprecata. Davanti a sé aveva il preventivo: lo sfogliava con una smorfia, come se stessimo parlando del nulla.

— «Diecimila euro per una grata di ferro? Dai su… qua mica stampiamo soldi. La sicurezza non produce.»

Lo disse con quella sicurezza che solo chi non accetta il confronto riesce ad avere. Come se fosse una verità assoluta, scolpita nella pietra.
Io lo guardai. Presi fiato.

«È vero, non produce. Ma evita che tutto quello che produci venga spazzato via in un attimo. E più di tutto… protegge chi lavora.
Chi ogni giorno si mette accanto a quei macchinari, e lavora tutto il giorno.»

Lui alzò le spalle, e rispose con una freddezza disarmante.

 «Sei troppo idealista. Qua la realtà è diversa. Se cominciamo a inseguire ogni richiesta tua, chiudiamo bottega.
Mi spiace, ma non possiamo permettercelo.»

Quello fu uno dei tanti “no” che ricevetti in quell’azienda. Non il primo. E, purtroppo, nemmeno l’ultimo.

Ma tre mesi dopo, consegnai le mie dimissioni. Non per rabbia, ma per stanchezza e amarezza. E perché nonostante avessi fatto di tutto per incidere e scalfire quel muro, non era bastato data la visione surreale di chi aveva il potere decisionale dell’organizzazione.

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