La paura può salvare la vita sul lavoro?

di Diego Cigolini
La paura può salvare la vita sul lavoro?

Probabilmente parlare di “paura” nel mondo del lavoro può sembrare fuori luogo. Eppure, questa emozione fondamentale, spesso vista come segno di debolezza, può rivelarsi un’arma potente per la sicurezza. 

La paura, infatti, è una risposta naturale dell’essere umano al pericolo: ci mette in guardia, ci spinge alla prudenza, ci aiuta ad agire con cautela. Quando è ben dosata e consapevole può diventare una risorsa preziosa per prevenire gli infortuni. 

Credo che una sana paura ci possa aiutare a tenere alta l’attenzione: ci fa notare un cavo fuori posto, una scala instabile, un macchinario non sicuro. Ci spinge ad indossare i dispositivi di protezione, a seguire le procedure e, soprattutto, a non dare per scontata la nostra incolumità. 

Vero è che non si tratta di vivere nel terrore, ma di sviluppare un senso del pericolo che ci accompagni nelle attività quotidiane. La paura non deve diventare eccessiva, altrimenti potrebbe creare uno stato d’ansia e ostacolare il lavoro.  

Purtroppo, uno degli aspetti meno discussi, ma tra i più preoccupanti, riguarda il legame diretto tra ansia e rischio di  infortunio sul lavoro. Quando un lavoratore è costantemente in uno stato di allerta psicologica, la sua capacità di agire in modo sicuro e lucido si riduce drasticamente. In presenza di ansia, il cervello tende a lavorare in “modalità emergenza” dando la priorità alle emozioni piuttosto che alla razionalità. Questo causa una serie di reazioni a catena che possono compromettere le perfomance lavorative e, soprattutto, la sicurezza personale e collettiva.  

Attenzione però: troppa sicurezza può fare male! 

Chi si sente troppo sicuro di sé tende a sottovalutare i rischi, a saltare procedure, a non usare correttamente i dispositivi di protezione, o, addirittura, ad improvvisare in situazioni che richiederebbero attenzione e cautela. L’eccesso di confidenza, sia nel mondo del lavoro che nella vita quotidiana, è un comportamento pericoloso, perché la soglia di attenzione si abbassa e si aprono spiragli pericolosi. 

Per questo, è fondamentale coltivare una cultura della sicurezza basata sulla formazione, sulla responsabilità condivisa e su una comunicazione aperta. In questo contesto la paura smette di essere un tabù e diventa ciò che è sempre stata in natura: un istinto che ci protegge, un campanello d’allarme che, se ascoltato, può davvero salvarci la vita. 

 

 

Visita l’intera rubrica Safety shake!

Iscriviti alla community di rock’n’safe per ricevere contenuti esclusivi e inviti speciali ai nostri eventi!

Potrebbe interessarti

Lascia un commento

tour comunicare